Michele e Angela: 2001, Odyssea nello spazio…

Sempre un passo indietro, come ama ripetere lui, nella sua ben nota umiltà. Sempre un passo indietro, ma – un passo dopo l’altro – sempre uniti al traguardo.

Lui è Michele Rizzitelli. Lei è Angela Gargano.

Di Angela e delle sue mille maratone abbiamo già raccontato a settembre scorso, in quel di Policoro.

Ora è la volta di Michele che a Pescara taglia il traguardo della sua millesima gara tra maratone e ultramaratone.

E così Angela e Michele, insieme, fanno 2001, “Odissea nello spazio”, anzi no: un’odissea di emozioni, viaggi, allenamenti, sacrifici, fatica, amicizia, abbracci.

Gli abbracci a Pescara non ci sono stati, naturalmente (o dovrei dire “innaturalmente”?).

La gara, onore al merito del grande Alberigo di Cecco, è stata organizzata nel perfetto rispetto del distanziamento sociale per il contenimento del contagio da Covid 19: partenze scaglionate, 50 atleti per volta, tutti a un metro l’uno dall’altro e con mascherina, tolta durante la corsa e indossata di nuovo subito dopo l’arrivo.

È stata dura: non la gara. A quella, anche con un allenamento sia pur precario, siamo tutti abituati. Ogni maratoneta sa come centellinare ogni residua stilla di energia pur di arrivare alla meta: i fatidici 42 chilometri e 195 metri.

Non poter, con i tanti amici accorsi per lui da tutta Italia, prendere Michele e lanciarlo tutti insieme in aria e fargli festa come avrebbe meritato.

Ma forse è giusto così e non solo per il doveroso rispetto delle regole sanitarie. È giusto così perché è in piena sintonia con lo stile di Michele. Un uomo con pochi fronzoli, un uomo silente, un maratoneta grande – grandissimo! –  ma che non ama la scena, un amico grande – grandissimo! – ma che ama i fatti più che le parole.

Un uomo che domenica 18 ottobre ha concluso la sua millesima gara in coppia con la sua adorata Angela – ed è un primato da Guinness: mai marito e moglie avevo corso 1000 maratone e ultramaratone a testa, in coppia.

Un uomo che ama restare sempre un passo indietro, ma sempre al traguardo: insieme ad Angela. E con tutti noi.

 


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...

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