Senza ferire: la memoria, per esempio…

Riferirsi a qualcosa o a qualcuno, spesso, è segno di intelligenza, di perspicacia, di collegamenti cercati, di sinapsi interattive. A volte, però, si riferisce a terzi per sentito dire, riferiamo eventi riportati in malo modo, riferiamo per non essere ri-feriti, feriti due volte, colpiti nuovamente, soprattutto nell’orgoglio e nel giudizio che gli altri esprimono sul nostro conto.

Siamo chiamati a riferire su tutto, sulle nostre abitudini, sui nostri amori, sui nostri errori. Poi ci sono loro, chiamati a riferire in Parlamento, a riferire su riarmi di pace, su accordi di guerra, su auto elettriche che danno benzina a Stellantis, su Stellantis che si appropria dei fondi pubblici, ci si riferisce al Manifesto di Ventotene, ad Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi che, confinati dal fascismo, nel 1941 scrissero un documento per la promozione dell’unità politica europea, protocollo, ahinoi, utopistico, di una Meloni troppo superficiale nel riferirlo in Parlamento, finché non ci si riferisca alla telefonata fra Trump e Putin, nella quale ogni ri-ferimento a giochi di potere è puramente casuale.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.

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