
Il destino delle cose che si usurano ha deflagrato colpendo a caso o si tratta di un caso di pura banalità del male chiamato ”superficialità umana”?
La notizia dell’incidente ferroviario di Pioltello frantuma l’argilla sociale e culturale del nostro Paese. Sembra tutto già visto. Tutti assieme, davanti alle televisioni, a cercare un colpevole tra i tanti presunti: una sorta di giustizia populista e sommaria che può solo nascondere la polvere sotto il tappeto affinché la si dimentichi.
Un treno diagnostico il cui nome è Diamante, avrebbe dovuto scoprire eventuali anomalie sul binario oggetto del disastro ma così non è stato: verosimilmente su quel tratto di rotaia un bullone mancante preparava già da tempo il degrado e la rottura di quella parte superiore della rotaia che tecnicamente chiamano “fungo”. Il destino delle cose che si usurano ha deflagrato colpendo a caso o si tratta di un caso di pura banalità del male chiamato ”superficialità umana”?
La Procura di Milano indaga per disastro colposo. Ma ci si deve porre alcune domande: quanto vale la vita di chi partecipa da spettatore al grande ingranaggio industriale e progressista del nostro paese? Ci siamo dotati, per non finire nel caos, di professioni e gerarchie lavorative cui si accede il più delle volte dopo aver superato faticosi e presunti meritocratici concorsi, qualora si parli di pubblico impiego. Nel privato ai colloqui si deve essere in grado in pochi secondi di rispondere alla domanda che vede un bicchiere o mezzo vuoto o mezzo pieno. Le eccezioni ci sono, per fortuna.
Cosa si prova a ricevere quella telefonata che ti annuncia, con un tono di voce magari pacato e dispiaciuto, il ferimento o la morte di un tuo caro? Si crea un senso di infelicità collettiva, di rassegnazione, di sfinimento, di assenza di speranza: indurci con le solite promesse durante un funerale a pensare che tutto potrebbe migliorare in un futuro ma non nel presente perché è troppo presto, occorre tempo. Lo scriveva Anna Frank quasi 80 anni fa: non si deve mai abbandonare i propri sogni anche se sembrano irrealizzabili, ma tenerseli stretti soprattutto se si crede nella bontà dell’uomo. Le sembrava impossibile dover costruire tutto sulla base della miseria e della confusione. Vedeva il mondo lentamente trasformarsi in un deserto ma continuava a sperare che nel mondo potessero tornare tranquillità e pace. Dovremmo sperarlo tutti e tutti assieme trovare il coraggio di fare la cosa giusta per primi, usando la coscienza, la buona volontà e soprattutto come prevede il diritto di essere dei “buoni padri di famiglia”.