
Anche la Bari Nord nella top ten… ma non è una (bella)ferrovia notizia!
Pendolaria: è stato appena pubblicato il nuovo rapporto “Le 10 linee pendolari peggiori 2017” curato da Legambiente per fare il punto della situazione sulla qualità degli spostamenti su rotaia quotidianamente affrontati dai 4 milioni di pendolari italiani.
Purtroppo anche quest’anno viene denunciato che “nel nostro Paese manca una strategia di potenziamento complessivo, al di fuori dell’Alta Velocità, che permetta di migliorare l’offerta a partire dalle grandi città e dalle situazioni più difficili sulle linee secondarie, in particolare del Sud”.
Questo accade perché “dal 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 29,5%”, mentre “l’unica scelta presa in questi anni rispetto al servizio sono stati gli aumenti delle tariffe (realizzato in 16 regioni) o il taglio nei collegamenti (in 15 regioni)”.
Eppure per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea e dall’accordo di Parigi in termini di miglioramento della qualità dell’aria e di riduzione delle emissioni di CO2 è invece necessario far aumentare sensibilmente il numero di passeggeri che viaggiano in metro e in treno. Si legge ancora nel rapporto che “non è ammissibile che in un Paese civile si accetti quanto avviene ogni giorno sulle linee gestite da Atac e da Eav, a Roma e Napoli dove il numero dei passeggeri è diminuito del 30%. Oppure che continuino a circolare sempre meno treni, lenti e vecchi in tante grandi aree del Paese”.
Infatti, “il rilancio del Paese passa da investimenti per modernizzare il trasporto pubblico nelle città con vantaggi per la vita delle persone oltre che per la qualità dell’aria”.
Fatta questa doverosa premessa, vengono poi analizzate le peggiori 10 linee ferroviarie dell’anno appena trascorso, e, anche nel 2017, la Puglia è stata inserita in questa triste classifica.
Questa volta ad essere incriminata è la linea ferroviaria Bari-Barletta, lunga 70 km e gestita da Ferrotramviaria, che attraversa un bacino di utenza di circa 700.000 abitanti. Essa “fino a due anni fa era un esempio di successo nel trasporto ferroviario pendolare. La linea è diventata purtroppo famosa il 12 luglio 2016 quando uno scontro frontale tra due treni, avvenuto nel tratto a binario unico tra Andria e Corato, ha causato la morte di 23 persone e oltre 50 feriti. A seguito dell’incidente la linea è stata chiusa tra Andria e Corato, e sono partiti i lavori per il raddoppio della tratta di 10 km.
Su questa linea in precedenza viaggiavano 48 treni al giorno con un tempo di percorrenza di circa 50 minuti ed una velocità media di 60 km/h, mentre ora funziona un servizio sostitutivo di autobus”.
Nonostante le tante promesse fatte, “ad oggi continuano ad operare gli autobus sostitutivi con allungamenti dei tempi per la riapertura della tratta ferroviaria Corato-Ruvo e, con loro, anche i disagi di studenti e lavoratori che si vedono costretti ad utilizzare il treno tra Bari Centrale e Ruvo, cambiare con i pullman fino ad Andria e risalire su un altro treno per raggiungere Barletta”. Inoltre “le corse complete da Bari Centrale a Barletta, sono solamente 20, contro le 24 che in precedenza venivano effettuate con i treni”.
La situazione è tale per cui “la stazione cittadina di Corato rimane quindi isolata ed è tuttora inutilizzabile anche la tratta che da Corato conduce ad Andria, quella in cui si verificò il terribile incidente”.
Non sono mancate le proteste del Circolo di Legambiente Corato, che ha avanzato alla Regione, che rappresenta l’ente maggiormente coinvolto nel finanziamento di questo servizio di trasporto, la richiesta di inviare degli ispettori per valutare la qualità dei servizi di mobilità.
Al momento la situazione continua ad essere disagevole per l’utenza, in particolar modo per anziani e studenti, costretti ad adeguarsi ad orari scomodi e corse sostitutive insufficienti. L’auspicio è che presto tutti i pendolari della linea Bari-Barletta possano usufruire di un servizio degno di questo nome.