Di scena al Festival “Castel dei Mondi”

Presentato dalla compagnia “Il Cielo di Carta”, presso l’Aditorium Mons. Di Donna, “Olivhood – È tutto morto” è la rappresentazione distopica di un futuro immaginato nel 2073. In scena, Annamaria Di Pinto e Michele Di Bari formano un connubio perfetto, le loro anime sembrano incastrarsi alla perfezione nei meandri di dialoghi sui generis.

Le considerazioni dello spettacolo sembrano tangere il teatro dell’assurdo, è la speranza beckettiana che Vladimiro ed Estragone nutrono verso un domani incerto ma, non per questo, meno affascinante.

Un ulivo bonsai (“Hope”, appunto) che funge da seme per le nuove generazioni, una sorta di WALL-E della Pixar, la desolazione dell’avanscoperta, la possibilità di riempirsi del nulla per trasformarlo in tutto, è il ribaltamento della classe sociale, la forza di reagire a quel disastro ambientale che non può e non deve lasciarci indifferenti, noi, perennemente soli, a far i conti con le nostre coscienze.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.

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