Con l’auspicio che non restino irripetibili…

Qualche giorno fa ho riaperto Lettera a una professoressa, frutto prezioso del lavoro di Don Milani. Il mio sguardo si è incantato sulla frase “La vocazione l’abbiamo tutti uguale: fare il bene là dove siamo”. Il mio pensiero è andato immediatamente a Michele Palumbo, professore raro che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio percorso di studi e di vita, e al suo motto preferito: “Coltivare il proprio giardino” adottato dal Candido di Voltaire.

Chi non ha conosciuto Michele e la sua opera quotidiana, onesta, instancabile di professore, giornalista e maestro, non ha avuto la stessa fortuna che ho avuto io, insieme a molti altri suoi alunni, di conoscere un modo di stare al mondo e dietro la cattedra unico ed esemplare.

Il Professor Palumbo, detto anche Panda per il suo aspetto fisico imponente e tenero e per la qualità umana di cui riconoscevamo già il rischio estinzione, è stato docente presso il liceo scientifico “Riccardo Nuzzi” dal 2000 al 2017. Dal 2001, anno in cui frequentavo il terzo liceo, ha avviato proprio con la mia classe un progetto didattico di rappresentazioni teatrali su temi di storia e di filosofia ai quali partecipava tutta la classe, nessuno escluso.

Non erano delle esibizioni di talento e di performance artistiche (anche se spesso lo sono anche state) ma erano della attività per dare un senso agli argomenti che trattavamo e un senso allo stare insieme a scuola, alla condivisione di un percorso fatto di molti dubbi, molte ricerche e altrettante scoperte. Questo percorso culminava in una rappresentazione teatrale in cui ognuno di noi aveva una parte: dagli attori ai tecnici di scena a chi sceglieva e selezionava le musiche.

Nel 2001 è nato così il Club dell’Ombra e per quindici anni Michele ha trattato con tutte le sue classi temi differenti in chiave spesso ironica, sempre razionale e critica. Il Club che chiudeva il percorso è stato il Club dei Lumi che, oltre a rappresentare metaforicamente l’approdo di un percorso (dall’ombra, appunto), può considerarsi un vero e proprio testamento nel quale sono esposte le teorie illuministiche, quelle che hanno guidato il suo insegnamento, ma anche la sua vita.

Io sono Bianca Peloso e, come potrete apprendere dalla locandina, sono una ex alunna del Prof. Toglierei volentieri la parola Ex per tornare ad essere alunna. E alunna del Prof. Palumbo in modo particolare. E questo proprio ora che invece mi trovo dall’altra parte dei banchi, tra mille perplessità, sentimenti di inadeguatezza e grande desiderio e volontà di dare ai ragazzi almeno un po’ di quello che ho ricevuto io, quando ero io a stare dietro i banchi.

Michele era molto contento per l’inizio di questa mia carriera anche se l’abbiamo condivisa solo per il primo anno e solo per poco ho avuto il beneficio di parlare con lui, chiedere consigli e continuare ad imparare da lui che nel frattempo era diventato un mio amico, dopo essere stato mio docente e mentore.

Quando nel 2015 sono entrata nell’Auditorium del Liceo Scientifico, che ora porta il suo nome, per prendere parte all’ultimo dei Club recitando la parte finale, chiudendo, con la mia presenza nel primo e nell’ultimo, il ciclo dei Club, sono stata pienamente consapevole e grata a Michele per tutto quello che in questi anni ha dato a me e a tutti gli studenti e alla comunità intera. Un dono di generosità e umiltà, un esempio prezioso di chi “coltivando il proprio giardino” rende migliore la vita degli altri, o in altre parole, rende migliori gli altri.

Michele è stato anche un maestro di ironia, ci ha insegnato a ridere, a dissacrare, ad apprezzare il valore sovversivo, rivoluzionario e liberatore del riso, ad usarlo contro ogni dogma, ogni rigida verità per incrinarla, per rimetterla in discussione. Chi non ha conosciuto Michele e la bellezza delle sue parole potrà farlo ora grazie all’iniziativa del Liceo scientifico e del suo ex dirigente Michelangelo Filannino, con la collaborazione di altri docenti: tutte le opere di Michele realizzate e rappresentate a scuola sono ora raccolte in un unico libro intitolato “Atti unici”.

Un testo che nasce dalla volontà di ricordare e conservare, ma anche di rilanciare e diffondere il lavoro di un uomo e dei suoi studenti per provare a migliorare la scuola, le persone e l’intera comunità. Nelle parole di ogni suo Club ritrovo Michele, il professore, il giornalista, l’uomo che ha fatto della sua vita il migliore dei doni possibili, l’ha riempita di Atti unici e rari di generosità. E quello che mi auguro è che questi atti unici non restino irripetibili. Che i soci del Club continuino a riunirsi e a beneficiare della luce della Ragione anche in assenza di colui che l’ha accesa, anzi, proprio per evitare si spenga e sopraggiunga davvero il buio.

Venerdì 13 dicembre alle ore 19 nell’Auditorium “Michele Palumbo” del Liceo scientifico “Riccardo Nuzzi” verrà presentata la raccolta di tutte le opere di scuola del Prof. Michele Palumbo “Atti unici”.