“C’è un solo bene:

il sapere.

E un solo male:

l’ignoranza”

(Socrate)

Fare male al male. Con il mercoledì delle Ceneri, per tantissimi credenti, inizia un periodo-percorso esigente: si apre il cammino della Quaresima, con le sue tappe, le sue leggi, i suoi traguardi. In questo tempo l’invito è: rinnovarsi nei pensieri e nelle opere; capire che la conversione sarà autentica, se si prendono a cuore le necessità morali e materiali dei fratelli, delle sorelle o del prossimo; rendersi interpreti del desiderio di giustizia e di pace, che sale a Dio da tutti gli uomini di buona volontà.

C’è una preghiera-richiesta che i cristiani recitano all’inizio dell’itinerario quaresimale: “O Dio, nostro Padre, concedi al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male” (Messale Romano, Colletta del Mercoledì delle Ceneri).

Il Cristiano è chiamato in questo Tempo, sia come singolo che come comunità, a cambiare mentalità ad andare contro corrente a combattere contro il male: fare male al male con il bene! Perché il male è: “sempre accovacciato alla nostra porta e verso di noi è il suo istinto (cfr. Genesi, 4,7) e, “come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare” (cfr. Lettera di S. Pietro).

Forse è vero: siamo divorati dal male e contagiati dal suo istinto! Basta guardare dentro di noi e attorno a noi per accorgerci che il male ha divorato i nostri pensieri e modellato le nostre azioni: violenza fisica, terrorismo delle parole, litigiosità a tutti i livelli, istituzionali, sociali, famigliari, relazionali e, purtroppo anche ecclesiali; siamo diventati specialisti ed esperti del male!

Ma ancor di più siamo istintivi nel fare il male: basta un niente per accendere fuochi di guerra, dimenticando che alle ragioni della forza dobbiamo preferire la forza della ragione.

Ma come si combatte il male, con il male? Per rispondere a questa domanda è necessario mettersi alla scuola di un grande Libro: il Vangelo che è esigente per i cristiani.

Il Vangelo è esigente, chiede “cose forti” a chi è cristiano. Lo ha sottolineato diverse volte Papa Francesco: “Il Vangelo è esigente, chiede `cose forti´ a un cristiano: capacità di perdonare, magnanimità, amore per i nemici; C’è un solo modo per riuscire a metterle in pratica: – dice Francesco – contemplare la Passione, l’umanità di Gesù” (omelia, S. Marta del 12/09/13). E ancora: “Non si può essere cristiani senza vivere come cristiani non si può essere cristiani senza fare quello che Gesù ci insegna in Matteo 25”.

Praticare il bene vuol dire, anche, praticare l’accoglienza, la solidarietà, la giustizia… Ma quanta fatica, quante paure, quante sovrastrutture, quante resistenze, quanti rifiuti, quanto male e odio impediscono una pratica dell’accoglienza dell’altro, dello straniero…

C’è urgenza di un’educazione al bene, all’accoglienza… da far venire a galla in tutti i luoghi della vita quotidiana; c’è necessità di un’informazione retta e non ideologizzata; c’è bisogno di far crescere un dialogo maturo e umano.

Il tempo di Quaresima, dunque, per il Cristiano e per chi si fregia di questo “distintivo” è il momento di rinnovarsi nei pensieri e nelle opere e, se si vuole cancellare dalla faccia della terra il male, l’impegno è di saper fare male al male con il bene praticando e non soltanto predicando le Parole di Cristo e del suo Vangelo, senza tentativi di interpretazione e riduzioni.

“A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. Amate invece i vostri nemici, fate del bene (Luca 6,27-38).

Fate tutto il bene che potete

con tutti i mezzi che potete,

in tutti i modi che potete,

in tutti i luoghi che potete,

tutte le volte che potete,

a tutti quelli che potete,

sempre, finché potrete.

(John Wesley)