Memorie dai funerali delle vittime del disastro ferroviario. Dovevamo esserci. Per condividere un dolore che non ha parole. E per gridare in silenzio: “Vogliamo giustizia, ma per davvero stavolta”.

 

Il Cielo che piange

Sabato 16 Luglio 2016, Andria – Era previsto il sole da qualche settimana, ed invece ad accoglierci c’è stato un terribile ed irrefrenabile temporale : improvvisi ed inarrestabili scrosci d’acqua, con fulmini tremendi e lampi. Appena sveglia ho pensato che il cielo si fosse proprio “arrabbiato” e volesse ostacolare gli andriesi che si accingevano a compiangere i propri concittadini, poi invece ho realizzato che anche il cielo piangeva con noi.

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E ad Andria, i funerali si sono tenuti oggi, in piena estate sotto le “lacrime del cielo”.

Mi avvicino al Palasport di Andria in auto il più possibile, i vigili coordinano l’afflusso delle auto e di tutti gli andriesi, con pochi gesti essenziali e un filo di voce. Oggi i vigili non dirigono semplicemente il traffico, oggi loro accolgono le persone. E lì, tra la pioggia e le file di auto e le pozzanghere improvvisamente copiose, un rispettoso silenzio. Nessun clacson, nessun vigile scortese, nessun commento impaziente, nessuno schiamazzo. Tutte le persone, assorte in silenzio, e con l’ombrello stretto, impugnato tra le mani, si affrettano pensierose per le strade verso la stessa meta, senza dire niente. Attraversano con determinazione il vento avverso, la pioggia copiosa e le pozzanghere, e si dirigono verso il Palasport perché VOGLIONO ESSERCI. 1779894_b72721_850x566Tutti determinati a condividere insieme un dolore, perché questo dolore appartiene a tutti, perché il dolore condiviso fa meno male, perché oggi più che mai il dolore ci ha colpiti in “casa” e perché oggi più di ieri siamo incredibilmente tutti una stessa famiglia: e non importa se le vittime le conoscessimo più o meno indirettamente, loro erano parte di noi, erano parte del nostro paese, erano la nostra gente, e poteva accadere ad ognuno di noi. Per molti di noi , non c ‘è stato il minimo dubbio. Dovevamo esserci perché i parenti delle vittime sentissero che non erano soli in quel terribile lutto, perché tutta la città è veramente a lutto, e perché il lutto è arrivato a tutti gli andriesi e pugliesi, fino a Roma dove io vivo abitualmente. 1779865_15e0da_850x566Io, andriese a Roma, mi ritrovo da quel maledetto 12 luglio a piangere e pregare con una barlettana a Roma per le vittime di Andria. Ma non riuscivo a fare finta di niente e vivere la mia vita di tutti i giorni lontana come se niente fosse. Ero a lutto anche a Roma. E non riuscivo a stare lontana dalla mia terra che piangeva. Dovevo esserci. Dovevo e volevo essere vicina alla mia gente. Dovevo e volevo essere in mezzo alla mia gente in questo momento così difficile.

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Le parole del Vescovo Mansi

La cerimonia è iniziata puntuale ed il vescovo Monsignor Luigi Mansi, dopo aver accolto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Presidente della Camera, Laura Boldrini, il Ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, Graziano Delrio, il Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha mandato un fortissimo e coraggioso appello alle autorità, riportandole a proteggere per primo il valore della vita e non degli interessi economici:

“[…] non sono affatto normali quelle prassi di vita e di gestione dell’economia nelle quali non si pensa al valore della vita delle persone, ma a calcoli ottusi di convenienze e interessi. E tutto, senza scrupolo, generando innumerevoli piccole e grandi  inadempienze nei confronti del proprio dovere, inteso nel senso alto e nobile del termine.  Il proprio dovere, sì, verso i diritti delle persone, di tutti, senza  diversità e distinzioni, a cominciare dai più deboli e fragili, a cominciare dalle periferie,  come ama dire il nostro santo Padre, il Papa Francesco.

noi temiamo, o Padre, che per tanti, per troppi anni, queste terre, le nostre terre, siano state considerate, e forse lo sono ancora, la periferia dell’Italia.

Sì, per tua grazia, o Padre quel silenzio apparente è durato solo tre giorni. Il racconto della morte di Gesù non si ferma al calvario, prosegue con il ritrovamento della tomba vuota e con i racconti dell’incontro dei discepoli con Gesù ormai risorto e vivo.1779888_6698f0_466x699

E così i racconti dello scorrere della vita in questa provincia del lontano sud si arricchiscono di innumerevoli episodi di solidarietà gratuita e sorprendente, come le donazioni di sangue compiute in massa da anonimi cittadini che, quelli sì, con immenso senso civico hanno ascoltato la voce della coscienza e non hanno avuto un attimo di esitazione a donare qualcosa di sé. Sono i segni che la storia degli uomini, pur immersa nella tragedia per l’incoscienza di tanti, è governata ancora dalla forza della vita e dell’amore, le forze buone che tu o Padre deponi nel cuore di ogni uomo.

Noi perciò crediamo e sappiamo Padre, che questi nostri fratelli non sono caduti nel nulla, ma sono volati nell’abbraccio di tenerezza che solo tu puoi dare a noi uomini, pellegrini nel mondo verso la patria del cielo. E questo è l’unico pensiero che ci può consolare e dare qualche attimo di pace al nostro cuore in subbuglio“ (fonte: Famiglia Cristiana).

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Quale giustizia?

Spero fortemente che questa coraggiosa e incisiva omelia rimanga incisa nei cuori delle autorità e che possano quotidianamente mettere in azione queste parole nei propri mandati istituzionali. La tragedia di Andria non DEVE rimanere un bagno di sangue insensato. La tragedia di Andria DEVE AVERE GIUSTIZIA! In questi giorni in molte interviste abbiamo sentito queste parole “Vogliamo giustizia!” I politici tutti, hanno promesso “giustizia”, ma cosa vuol dire veramente “avere giustizia” in questa situazione?

Spero davvero, Egregio Presidente Mattarella, che la giustizia non sia semplicemente individuare “l’errore umano” : io, da semplice andriese, non mi arrendo al pensiero che la colpa sia dei due capistazione o di una paletta alzata o di un segnale mancato… quelle persone sono dei lavoratori, non sono assassini. Sono vittime anche loro che si porteranno a vita questo immenso fardello sulla coscienza, dal quale nessuno riuscirà ad alleviarne il peso. Le loro vite sono segnate dalla morte per sempre come quelle dei parenti delle vittime. La giustizia che vogliamo sta nel trovare i nomi di chi è coinvolto veramente nell’episodio di corruzione che ha portato a questo tragico incidente. Perché non sono stati fatti investimenti per migliorare la sicurezza di quell’unico binario in tutti questi anni? 1779862_341082_850x566Va bene, i fondi c’erano, ma erano bloccati, va bene in Italia ci sono tempi burocratici lunghissimi per espropriare i terreni e per costruire il doppio binario. Ma nessuna di queste motivazioni “burocratiche” , impediva di migliorare la sicurezza di quell’unico binario. La Procura di Trani farà il suo lavoro e ognuno farà il proprio, ma per favore, per stavolta non nascondiamoci dietro “l’errore umano”. Non cercate il capro espiatorio in altri cittadini onesti che cercavano di fare il proprio lavoro, anche se hanno commesso un unico fatale e tragico errore. “Vogliamo giustizia!”, ma quella vera stavolta. E non ci accontenteremo di un capro espiatorio. Non stavolta. E se le parole chiare e coraggiose dell’omelia di Monsignor Mansi, Le sono rimaste impresse nel cuore come dardi, come lo sono state per me, “Egregio Presidente Mattarella”, ci prometta, citando il discorso ai funerali del sindaco Giorgino ”Mai più, una strage così, mai più, mai più! Sant’Agostino diceva che la speranza ha due figli: lo sdegno e il coraggio. Oggi lo sdegno tende a prendere il sopravvento, ci aiuti una volta per sempre, a far prevalere, a partire da domani, il coraggio.”1779856_20fd2b_850x566

Per favore, Presidente Mattarella,1779861_eeea1a_466x699 ci prometta che questa tragedia di Andria sia il motore per un cambiamento radicale e autentico, non solo in Puglia, ma in tutto il Sud Italia in cui al primo posto ci sarà d’ora in avanti il valore della vita e non gli interessi economici. Il valore e i diritti di tutti i cittadini anche di quelli delle periferie. Cambiamo la direzione del cuore, egregio Presidente Mattarella, e ci prometta che domani avrà la stessa cura che ha avuto oggi nell’abbracciare e consolare tutti i parenti delle vittime, che domani e ogni giorno del suo mandato avrà la stessa cura che ha avuto oggi per tutto il Sud Italia, per tutte le stazioni, per tutte le autostrade, per tutti gli ospedali, per tutte le ferrovie e per tutti i binari. Ci prometta che la tragedia di Andria, sia l’inizio del cambiamento. Solo allora avremo veramente giustizia e il sangue versato da queste povere vittime non verrà dimenticato.

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Mai più, mai più, mai più! Treni sicuri, giustizia vera: firma la petizione


1 COMMENTO

  1. Conoscevo Fulvio da Anni , di dai tempi in cui studiava e frequentava uno dei nostri luoghi di gioventù .
    Un Personaggio sempre corretto fermo osservatore ma sempre contenuto è riservato , quando anche egli frequentava Via Torino , si era lì sempre in compagnia dell’Amico Gino nella Compagnia Assicurativa Toro .
    Mi piace ricordarlo li , si perché era riuscito a sparire di scena per anni , e non molto tempo fa (2005) lo ritrovo è lo salutò . Lui non mi disse di cosa si occupava ma un nostro comune conoscente mi disse che era Un commissario …, in breve oggi mi rendo conto di che Uomo Straordinario fosse Rimasto .Vice Questore ed ancora non lo dava a vedere ………!!!!
    Uomini così dovrebbero essere in ogni angolo ed incrocio di un Mondo Terre , Pianeta , Continente , Nazione , Regione , Citta , Paese .
    Spero ogni fratello peso in quella tragedia possa presto Rinascere ed incarnarsi in Qualche anima della terra …..,
    R.I.P.

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