The coffins of the victims of the train crash during their funeral in Andria (Bari), Italy, 16 July 2016. On 12 July two four-carriage trains collided head-on on a single-track stretch between Ruvo di Puglia and Corato, southern Italy, killing 23 and injuring dozens. ANSA/ TONY VECE

Da Alessia Losito riceviamo e pubblichiamo, nel giorno dei funerali delle vittime del disastro ferroviario sulla linea Andria-Corato.

“Dietro non si torna,

Non si può tornare giù.

Quando ormai si vola,

non si può cadere più.”

 

Questo è un pezzo di una delle canzoni più belle della storia della musica di Vasco Rossi, “Gli Angeli”, ed è proprio tramite queste parole che vorrei iniziare a colmare queste righe.

Sono loro ora i nostri angeli: 23 belle anime volate in cielo il 12 luglio 2016.

È proprio vero che “il loro viaggio non è terminato, ma prosegue all’infinito nei nostri cuori”, perché mai nessuno dimenticherà questo giorno.

Mai nessuno lascerà che i ricordi svaniscano.

Mai nessuno dimenticherà i sorrisi di un padre, di un amico, di uno zio, di una professoressa, di un fratello.

 

MAI NESSUNO DIMENTICHERÀ I LORO SORRISI.

 

Quel treno è stato definito il “treno della vita” e non è sbagliato considerarlo tale.

Studenti, lavoratori, bambini, anziani.

Tutti, almeno una volta, siamo saliti su quel treno e tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo viaggiato insieme a lui inseguendo i nostri sogni, i nostri obbiettivi, le nostre mete tanto attese.

Quel treno, il 12 luglio 2016, si è fermato lasciando un boato nei nostri cuori.

Solo dolore e lacrime.

Solo paura e sgomento.

 

Il cuore mi batte all’impazzata mentre scrivo queste parole, e forse di parole non ne ho più tante.

Forse le parole non servono, forse ciò che abbiamo nel cuore non si può raccontare.

Forse è meglio restare in silenzio, in questi casi.

Nonostante ciò, forse, qualcosa vorrei ancora dirla: vorrei esprimere tutta la mia solidarietà verso tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia.

Vorrei abbracciare chi, adesso, in questi giorni, e per molto altro tempo, soffrirà per la perdita di una persona cara.

Anche se, forse, il mio abbraccio non riuscirà a colmare le loro ferite.

Perché, è vero, questo è un dolore che mai andrà via.

È una cicatrice troppo grande da colmare.

Vorrei dire loro di non arrendersi.

Vorrei urlare loro di continuare a combattere, a lottare per i propri cari dedicando tutti i successi e tutti i sorrisi a chi, ora, li guarda da lassù e li protegge.

Ma poi, pensandoci: in fondo chi sono io per dire ciò?

Mi sento impotente dinanzi a ciò.

Mi sento impotente perché non ho potuto far nulla, mi sento impotente perché non posso far nulla affinché il dolore che logora si affievolisca.

 

Preghiamo, preghiamo affinché ciò che è accaduto il 12 luglio non accada mai più.

Preghiamo affinché questi nostri fratelli non siano morti invano.

E immaginiamoceli, ora, tutti insieme, che continuano la loro corsa raggiungendo un posto migliore.

Un posto dove l’amore trionfa.

Un posto dove i loro sorrisi brilleranno più che mai.

 

Amiamoci.

Amiamoci sempre più.

Amiamo le nostre vite.

Amiamo chi è accanto a noi.

Solo l’amore è più forte.

Solo l’amore può sconfiggere la morte.

Viviamo ogni attimo della nostra vita con determinazione e non sprechiamo il nostro tempo rimandando a domani ciò che possiamo fare oggi.

Abbracciamoci, e vogliamoci bene.

Don Tonino Bello ci dice: “Mordete la vita” ed è con questa frase così emblematica che voglio chiudere questa mia riflessione.

 

Per non dimenticare.

Andria non dimentica.

Andria non dimenticherà.

Andria, oggi, è più unita che mai.

E, si rialzerà.

Prima o poi, si rialzerà.

Più forte di prima.

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Chi siamo? Gente assetata di conoscenza. La nostra sete affonda le radici nella propria terra, ma stende il proprio orizzonte oltre le Colonne d’Ercole. Perché Odysseo? Perché siamo stanchi dei luoghi comuni, di chi si piange addosso, di chi dice che tanto non succede mai niente. Come? I nostri “marinai/autori” sono viaggiatori. Navigano in internet ed esplorano il mondo. Sono navigatori d’esperienza ed esperti navigatori. Non ci parlano degli USA, della Cina, dell’Europa che hanno imparato dai libri. Ci parlano dell’Europa, della Cina, degli USA in cui vivono. Ci portano la loro esperienza e la loro professionalità. Sono espressioni d’eccellenza del nostro territorio e lo interconnettono con il mondo. A chi ci rivolgiamo? Ci interessa tutto ciò che è scoperta. Ciò che ci parla dell’uomo e della sua terra. I nostri lettori sono persone curiose, proprio come noi. Pensano positivo e agiscono come pensano. Amano la loro terra, ma non la vivono come una prigione. Amano la loro terra, ma preferiscono quella di Nessuno, che l’Ulisse di Saba insegna a solcare…