Da Alessia Losito riceviamo e pubblichiamo, nel giorno dei funerali delle vittime del disastro ferroviario sulla linea Andria-Corato.
“Dietro non si torna,
Non si può tornare giù.
Quando ormai si vola,
non si può cadere più.”
Questo è un pezzo di una delle canzoni più belle della storia della musica di Vasco Rossi, “Gli Angeli”, ed è proprio tramite queste parole che vorrei iniziare a colmare queste righe.
Sono loro ora i nostri angeli: 23 belle anime volate in cielo il 12 luglio 2016.
È proprio vero che “il loro viaggio non è terminato, ma prosegue all’infinito nei nostri cuori”, perché mai nessuno dimenticherà questo giorno.
Mai nessuno lascerà che i ricordi svaniscano.
Mai nessuno dimenticherà i sorrisi di un padre, di un amico, di uno zio, di una professoressa, di un fratello.
MAI NESSUNO DIMENTICHERÀ I LORO SORRISI.
Quel treno è stato definito il “treno della vita” e non è sbagliato considerarlo tale.
Studenti, lavoratori, bambini, anziani.
Tutti, almeno una volta, siamo saliti su quel treno e tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo viaggiato insieme a lui inseguendo i nostri sogni, i nostri obbiettivi, le nostre mete tanto attese.
Quel treno, il 12 luglio 2016, si è fermato lasciando un boato nei nostri cuori.
Solo dolore e lacrime.
Solo paura e sgomento.
Il cuore mi batte all’impazzata mentre scrivo queste parole, e forse di parole non ne ho più tante.
Forse le parole non servono, forse ciò che abbiamo nel cuore non si può raccontare.
Forse è meglio restare in silenzio, in questi casi.
Nonostante ciò, forse, qualcosa vorrei ancora dirla: vorrei esprimere tutta la mia solidarietà verso tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia.
Vorrei abbracciare chi, adesso, in questi giorni, e per molto altro tempo, soffrirà per la perdita di una persona cara.
Anche se, forse, il mio abbraccio non riuscirà a colmare le loro ferite.
Perché, è vero, questo è un dolore che mai andrà via.
È una cicatrice troppo grande da colmare.
Vorrei dire loro di non arrendersi.
Vorrei urlare loro di continuare a combattere, a lottare per i propri cari dedicando tutti i successi e tutti i sorrisi a chi, ora, li guarda da lassù e li protegge.
Ma poi, pensandoci: in fondo chi sono io per dire ciò?
Mi sento impotente dinanzi a ciò.
Mi sento impotente perché non ho potuto far nulla, mi sento impotente perché non posso far nulla affinché il dolore che logora si affievolisca.
Preghiamo, preghiamo affinché ciò che è accaduto il 12 luglio non accada mai più.
Preghiamo affinché questi nostri fratelli non siano morti invano.
E immaginiamoceli, ora, tutti insieme, che continuano la loro corsa raggiungendo un posto migliore.
Un posto dove l’amore trionfa.
Un posto dove i loro sorrisi brilleranno più che mai.
Amiamoci.
Amiamoci sempre più.
Amiamo le nostre vite.
Amiamo chi è accanto a noi.
Solo l’amore può sconfiggere la morte.
Viviamo ogni attimo della nostra vita con determinazione e non sprechiamo il nostro tempo rimandando a domani ciò che possiamo fare oggi.
Abbracciamoci, e vogliamoci bene.
Don Tonino Bello ci dice: “Mordete la vita” ed è con questa frase così emblematica che voglio chiudere questa mia riflessione.
Per non dimenticare.
Andria non dimentica.
Andria non dimenticherà.
Andria, oggi, è più unita che mai.
E, si rialzerà.
Prima o poi, si rialzerà.
Più forte di prima.
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Mai più, mai più, mai più! Treni sicuri, giustizia vera: firma la petizione