
Qui trova il suo posto ogni cosa:
la rinfusa dei fiori, la minacciosa
promessa delle nuvole, la strada fatta
di polvere, di orme di passi che sono
una musica distratta, la disfatta
dell’acqua che guarda al mare
come a una salvezza. La sconfitta
dei pesci nell’asfittica pozza.
I voli taciuti della gazza.
L’Ofanto cerca il suo riscatto
in un baratto di pioggia,
nell’erba bagnata nell’olfatto
che restituisca ai barchini
la vista della foce,
aspetta una nuova voce, il suono
di uno scroscio, un rovescio, un tuono.