Una silloge, “Pensieri dell’animo”, ed un romanzo, “Oltre il soldato”, editi da Book Sprint, sono i paradigmi letterari che lo scrittore Angelo Pagano affida alla sua penna, il tentativo di spiegare di quanto l’uomo, in senso lato, abbia imparato a fare la guerra, ma, evidentemente, non sa cosa sia l’amore.

Da dove nasce l’idea di pubblicare la silloge “Pensieri dell’animo”?

Ho voluto dare alla stampa questa raccolta di poesie che è nata dalla mia indole     romantica e che rappresenta la mia poetica durante la mia vita. Alcuni Docenti e Poeti, la definiscono “Poesia di vita”.

Come attecchisce la tua poetica sullo spirito dei giovani di oggi?

I giovani di oggi considerano la poesia come vuota retorica; invece secondo me è uno stile di vita nel senso che con l’amore, in primis, si riesce a rendere meno arida la nostra breve esistenza. Naturalmente l’attecchimento della mia poetica dipende dalla sensibilità degli individui verso la cultura generale, la quale contribuisce ad affrontare il loro divenire.

Nel tuo romanzo “Oltre il soldato”, qual è il confine che divide il protagonista, Igor, fra etica e patriottismo?

Igor ama la sua patria e quindi quando viene invitato ad arruolarsi, sente il dovere di fare la sua parte; anche se contrario alla guerra. L’etica dell’uomo che indossa una divisa, vince di fronte alla prospettiva di compiere un genocidio, facendo fuoco su dei civili inermi in cerca di un riparo dai bombardamenti. Con la consapevolezza di finire davanti ad una corte marziale, egli riesce a disobbedire ad un ordine in quanto il suo animo generoso, prevale rispetto all’esecuzione di un genocidio.

A chi dedichi le due opere?

La prima, “Pensieri dell’animo”, la dedico volentieri a mia moglie ed alle mie figlie, nonché ai giovani di buona volontà che donano, con amore ed umiltà, il loro tempo per mettersi al servizio dei più deboli. La seconda, “Oltre il soldato”, la dedico a tutti i soldati morti durante le guerre dagli albori dei tempi fino ai giorni nostri; inoltre a tutti i civili morti inermi morti per colpa di governanti avidi di potere. L’uomo, in senso lato, ha imparato a fare la guerra, ma, evidentemente, non sa cos’è l’amore.

Perché, a tuo parere, le brutture belliche sono anacronistiche rispetto all’evoluzione umana?

Perché contrastano l’evoluzione pacifica del divenire umano; la guerra semina distruzione, odio e rancore, la pace genera rispetto reciproco, amore, e fraternità.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.

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