Libri per tutti
Luis Sepúlveda (Ovalle, 4 ottobre 1949 – Oviedo, 16 aprile 2020) è stato uno scrittore, giornalista, sceneggiatore, poeta, regista e attivista cileno naturalizzato francese.
Nato in Cile, Sepúlveda lascia il suo Paese al termine di un’intensa stagione di attività politica, conclusa drammaticamente con l’incarcerazione da parte del regime del generale Augusto Pinochet. Viene torturato e passa sette mesi in una cella minuscola in cui era impossibile stare anche solo sdraiati o in piedi. Grazie ad Amnesty International viene scarcerato e ricomincia a fare teatro ispirato alle sue convinzioni politiche. Questo gli costa un secondo arresto: data la notorietà del personaggio, la giunta militare, che in quegli anni è responsabile del dramma dei desaparecidos cileni, lo processa ufficialmente e viene, così, condannato all’ergastolo che poi, sempre su pressione di Amnesty International, è commutato nella pena di otto anni d’esilio.
Questo spirito ribelle sempre alla ricerca della giustizia e della libertà lo deve al nonno e allo zio anarchici entrambi.
Viaggerà a lungo in America Latina e poi nel resto del mondo, anche al seguito degli equipaggi di Greenpeace.
Molte delle sue esperienze sono narrate ne “La frontiera scomparsa”. Un libro autobiografico di grande impatto, mentre ne “La lampada di Aladino” seguendo il filo della sua biografia si ripetono i temi cari allo scrittore: l’avventura, la politica, il viaggio, l’amore, l’impegno, la comprensione, la dignità degli uomini.
I suoi racconti di viaggio, i suoi romanzi, le favole sono lo specchio di un uomo unico.
Nelle favole per grandi e piccini troviamo la grandezza dei temi universali: la semplicità, l’animo buono, l’importanza dell’esempio, la solidarietà, l’amicizia, i legami del cuore, il rispetto per la natura. Gli AnimAli ci insegnano la via del bene e della salvezza.
Nel libro “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, il protagonista è Antonio José Bolivar un uomo senza alcuna cultura ma profondamente saggio e conoscitore del mondo e degli uomini. È un uomo curioso, rispettoso dell’autorità, geloso delle proprie cose, onesto e generoso verso gli amici. Il vecchio che vive ad El Idilio, un piccolo villaggio del Sud America, è costretto a dare la caccia e ad uccidere una femmina di tigrillo, un felino feroce che sta trucidando gli uomini perché distrutto dal dolore per l’uccisione ingiustificata dei suoi cuccioli. Antonio José alla fine del racconto non è per niente soddisfatto della sua performance di cacciatore e prova vergogna per quello che ha fatto che non lo rende vincitore di una battaglia ma solo un carnefice che ha usato l’inutile logica “occhio per occhio, dente per dente” al posto di una sana comprensione per un essere vivente sofferente come conseguenza del disamore che gli uomini hanno per l’ambiente, la natura e i suoi abitanti principali.
I libri di Sepúlveda sono un dono per tutti noi, per un’umanità, a volte, alla deriva.