
… di notte, mentre tutto dorme, nel conto delle ore vuote del tempo, veglia la differenza che divide questa gente assopita, che da desta gioisce e soffre, che si nutre o digiuna in base a quattro diversi calendari, ostili tra loro, e che rivolge tutte le sue preghiere allo stesso cielo in quattro diverse lingue ecclesiali. E questa differenza, talvolta visibilmente e apertamente, talvolta in maniera sotterranea e subdola, è sempre simile all’odio.
(Ivo Andric da Lettera del 1920, tratta da I racconti di Sarajevo)
Tito e i suoi compagni non si preoccupavano affatto della particolare questione della Kosova, la loro decisione era stata già presa. Quello che li preoccupava era l’altra parte dell’Albania, cioè studiare le vie da seguire e i mezzi da impiegare per integrare tutta l’Albania nel quadro della Jugoslavia.
(Enver Hoxha da I titisti)
Per chi abbia seguito la (o addirittura partecipato alla) manifestazione pro Europa del 15 Marzo 2025, chiare e inequivocabili sono risuonate le parole, tra le altre, del cantautore, ex prof. di Italiano, Roberto Vecchioni che ha cantato un peana alla dea Europa, magnificata come culla e nutrice di una civiltà superiore a tutte le altre. Ha elencato filosofi e scrittori tedeschi, italiani, greci, spagnoli, inglesi (e Dante?) dimenticando (???) i russi che sono i più grandi in assoluto, a parer mio, della letteratura mondiale.
Ha servito agli astanti un pot-pourri di inesattezze ed omissioni, tipiche di chi forse è rimasto ai libri che ha studiato a scuola quand’era studente.
E poi quelle dell’organizzatore dell’evento, il giornalista Serra, e dello scrittore Scurati, che hanno esaltato l’Europa Unita, come modello di pace e di rispetto degli altri Paesi, perché ha garantito 80 anni di libertà e di pace.
Ora, Serra e Scurati devono aver avuto un (lungo) momento d’amnesia.
Paesi Europei, così straordinariamente pacifici, come l’Italia, la Francia, il Regno Unito (all’epoca parte dell’UE), e non solo, è bene non dimenticare che, in quanto membri della NATO (ma pur sempre paesi europei così miti!), hanno invaso la Libia, l’Iraq.
Abbiamo invaso questi paesi che non ci avevano fatto nulla, né all’Italia, né agli altri stati del patto atlantico. Alla faccia del nostro amor di pace e della nostra superiorità morale! E qui il saputello di turno potrebbe obiettare “ma sono paesi che non stanno in Europa”(alla dabbenaggine non c’è mai un limite!).
E la Serbia, allora?
Ricordiamo che nel 1999 gli attacchi aerei iniziarono il 24 marzo e durarono per 78 giorni scaricando 2700 tonnellate di esplosivo sul paese, facendo circa cinquemila morti, anche fra gli stessi albanesi che dicevano di voler proteggere.
Per la prima volta la NATO (ma non sarebbe stata l’ultima!) agì senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La ragione era che la Serbia non voleva concedere una maggior autonomia (che puzzava tanto di indipendenza) al Kosovo.
Furono gli americani a decidere che gli indipendentisti kosovari avevano ragione e la Serbia torto, perché la maggioranza dei kosovari è di etnia albanese. Per la cronaca, il Kosovo si è dichiarato indipendente nel 2008, riconosciuto da 22 stati dell’UE (e da pochi altri), tra cui l’Italia che, attualmente, con la missione EULEX sostiene le istituzioni dello Stato del Kosovo.
Per inciso, la Crimea o la Catalogna, invece, chissà perché, non hanno ricevuto lo stesso trattamento.
E allora è proprio vero che siamo quella preclara, solatia, luminosa civiltà superiore?
Nei Balcani, allo sbando dopo la morte di Tito e dopo la dissoluzione dell’URSS, gli europei, questa congerie di civilissima stirpe, hanno fatto danni inqualificabili, in combutta con gli altri paesi della Nato del tempo.
Sono inopinatamente intervenuti in quella che era una questione interna.
Oggi, la penisola Balcanica, nostra dirimpettaia, è ancora a rischio guerra civile.
Nella Macedonia del Nord sono scoppiate violente proteste popolari. Lo stesso in Serbia, dove da mesi si segnalano sollevazioni contro la corruzione nel governo di Belgrado.
Non c’è pace in quella polveriera sempre a rischio esplosione.
Per non dire dell’Iraq dove, anche se è sparita dalle cronache, ogni giorno si verificano episodi che turbano l’ordine pubblico (dolce eufemismo), laddove Saddam vi aveva portato ordine e legge.
E che dire della Libia che 15 anni fa era il paese africano col più alto PIL pro-capite e con un livello di sicurezza assai elevato, quando vi “regnava” il maresciallo Gheddafi? Oggi vi dominano continui sanguinosi scontri tra gruppi tribali che controllano ciascuno piccole aree del paese …
Ma, evidentemente, l’importante era esportarvi la democrazia, a costo di sconquassare la pacifica esistenza di quelle sciagurate popolazioni, a “civiltà ridotta”.
Ma chi ci crediamo di essere noi europei, o più in generale, noi occidentali? Da dove ci viene tutta questa spocchia? Perché riteniamo di essere i più bei fichi del bigoncio?
Possibile che da noi alligni tanta ignoranza per la quale non sappiamo che civiltà molto più antiche della nostra, e molto più evolute, ci rendono gli ultimi arrivati?
Possibile che siano passati in cavalleria eventi, che hanno cagionato orrende mattanze, come il colonialismo e la schiavitù, il razzismo e l’apartheid di cui gli europei (e gli americani) si sono macchiati?
E non vale sempre e solo il nome di Hitler come sorgente e sentina di ogni nequizia!
E tanto per fare dei nomi, Pizarro, Cortes, e più recentemente Leopoldo I del Belgio e lo stesso Churchill (chiedere agli indiani) non si sono certo dimostrati uomini pieni di pietà verso le popolazioni di interi continenti.
Quindi, cari suprematismi europei, andate a studiare!