Alla scoperta di “Domani tuttavia chissà”, l’album d’esordio dei “Nuggets” al secolo: Francesco Chico (chitarra solista), Claudio De Vita (basso, voce, armonica), Enrico Di Noia (chitarra ritmica), Michele Montaruli (batteria)

Nuggets: che nome strano! Da dove viene fuori?

Miky: La prima cosa che tutti fanno quando nasce una band è scegliere il nome, un nome che possa essere d’effetto, che possa incuriosire, che rimanga in testa o che faccia riferimento a qualcosa in particolare. La ricerca del nome ci ha portati a considerare varie alternative, alcune con significati più profondi di altre, ma alla fine abbiamo scelto il nome “Nuggets” proprio perché è bizzarro, è “inusuale”. La gente non lo dimentica facilmente.

Come avete cominciato a fare musica insieme?

Claudio: Eravamo dei 15enni affamati di avventure. Decidemmo di iniziare a suonare il rock ‘n’roll. E da lì, nella nostra sala prove, cominciammo a maturare giorno dopo giorno sperimentando generi vari come il cantautorato italiano, il funky rock, il blues e così via, magari mescolando le carte. Ad un certo punto abbiamo sentito l’esigenza di fare ancora un passo avanti, proponendo qualcosa di nostro che riassumesse il tutto. Da lì, poi, siamo finiti direttamente in studio a registrare i nostri pezzi.

Perché dovremmo ascoltarvi?

Chico: I brani dell’album sono stati concepiti con una particolare attenzione per il testo. Ognuno di essi ha un significato piuttosto esplicito ed un messaggio che vorremmo lasciare. Per quanto riguarda la musica portiamo avanti delle tradizioni che altrimenti si perderebbero come quella del blues, del folk, del cantautorato e del rock ‘n’roll. La nostra formazione da classica rock band, i nostri arrangiamenti privi di artefici elettronici e le nostre melodie ancora fondamentali per il fine del brano, vanno contro le tendenze attuali e quindi scarseggiano sempre più. Noi vorremmo essere un’alternativa a tutti quegli amanti della musica di qualche decennio fa, priva di basi elettroniche, strumenti campionati e voci modificate, ma ricca di suoni “puri” e naturali e di melodie cantabili.

Come nascono le vostre canzoni?

Miky: Nessuna persona esterna al gruppo ha composto materiale per noi.  Le nostre canzoni nascono dai testi e dalle musiche di Claudio De Vita, seppure in alcune di esse compare la collaborazione di più di uno di noi; ciò vale anche per gli arrangiamenti, scritti esclusivamente dal gruppo.

Quanto bisogna essere pazzi per autoprodursi un intero disco?

Enrico: Sicuramente il mercato musicale non accetta facilmente nuovi artisti e non nascondiamo di aver provato ad avvicinarci a manager che però si sono rivelati controproducenti. A nostro parere, se si aspettasse sempre qualcuno che finanzi le idee, non nascerebbe più la maggior parte degli artisti che nel loro piccolo, in qualunque forma, vogliono trasmettere qualcosa. Questo album non nasce per andare forte, per guadagnare, nasce per una esigenza espressiva ed essendo noi a necessitarne abbiamo ritenuto ragionevole il prezzo da pagare. Pazzia? Probabilmente sì, ma non ci sono rimpianti dove c’è soddisfazione e per fortuna noi siamo contenti del risultato ottenuto.

“Domani tuttavia chissà” è il titolo del vostro album d’esordio. Mai titolo fu così profetico! A cosa pensavate quando lo avete scritto?

Claudio: l’album è stato concepito in un periodo della nostra vita intenso di scoperte e di cambiamenti. Tutti i sentimenti, le sensazioni e le esperienze di quel periodo sono stati condensati nel disco. L’intento è quello di parlare ai nostri coetanei, condividere con loro le stesse paure e la stessa “rabbia”. Dalla prima all’ultima traccia c’è un percorso che incrocia temi come l’anticonformismo, la diversità sociale, la monotonia, la guerra, l’amore, l’alienazione e la voglia di cambiare le cose. Molte persone potrebbero continuare a non interessarsi a tutto ciò, ma siamo sicuri che ci sono tanti ragazzi come noi che condividono il nostro stesso pensiero. È per loro che è stato scritto il disco.

Cosa farete nel prossimo futuro? Le vostre strade si separeranno o continuerete a suonare insieme?

Enrico: potrebbe accadere di tutto. Abbiamo iniziato a fare musica insieme e l’alchimia che c’è fra di noi ci ha portati a produrre risultati formidabili. Quindi sì, i Nuggets, anche se separati e ognuno sulla propria strada, finirebbero sempre per fare musica insieme, le nostre strade convergeranno sempre in qualche modo.


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...