Il Festival della Disperazione – manifestazione di letteratura e spettacolo che si terrà ad Andria dal 16 al 19 maggio – è una creatura strana.
Si tratta di un festival che ha fatto della sua originalità e imprevedibilità la sua caratteristica predominante. Fin dalla sua prima edizione la kermesse ha proposto un cartellone comporto da un programma principale – formato da incontri con autori di fama nazionale -, unito ad una sezione dedicata agli “Extra”.
Fatto salvo il valore culturale della prima, la seconda si è rivelata nel corso delle edizioni il contenitore per gli eventi più spiazzanti, suscitando grande curiosità nel pubblico. Eventi a metà fra il surreale e il dadaista come il “Coro dei Malcontenti” o il “Corso di rassegnazione” tenutisi il primo anno, o il “Corso di disegno brutto”, la “Slam Poetry” per perdenti o la “Boring Room” l’anno successivo. Anche nella terza edizione di quest’anno tali occasioni non mancheranno.
Sabato 18 e domenica 19 sono previsti gli incontri di “Yoga del pianto”. L’iniziativa fa il verso allo “yoga della risata”, una forma di yoga sempre più diffusa fondata sull’uso della risata autoindotta. Al Festival della Disperazione, ad essere fondante, sarà l’uso del pianto, “perché anche le emozioni più temibili, che intendiamo ignorare, vanno ascoltate”. Le lezioni saranno a cura del centro “Yoga per tutti”.
Ancora, è previsto un concorso per “Diventare Umarell”. Gli Umarell, come è noto, sono gli anziani che passano il tempo a guardare i cantieri offrendo consigli non richiesti agli operai. Il Festival proverà ad istituzionalizzare questa figura: “basta assistere a tutti gli allestimenti del Festival (secondo il calendario pubblicato), non muovere un dito e disapprovare l’operato degli altri”. Colui che avrà seguito tutti gli incontri verrà premiato durante l’evento finale di domenica sera con un certificato di trasformazione in Umarell.
Ci saranno infine il “Laboratorio di fake news” e il tour “Amore disperato”. Il primo sarà a cura della giornalista Gabriela Jacomella, autrice di un libro sull’argomento. Un laboratorio in cui si proveranno a capire i meccanismi di costruzione e scrittura di una bufala, per provare poi a produrne di “originali”. Il secondo, a cura di “Turisti in Puglia”, è un percorso all’interno della città vecchia di Andria con incursioni poetiche, che ruoterà attorno al ruolo delle mogli di Federico II, alle loro vite passate nell’ombra dell’ingombrante personalità dell’Imperatore e al loro amore tormentato.
Se vi state chiedendo se gli organizzatori del festival “ci sono o ci fanno”, non siete gli unici, se lo sono chiesto in molti, ma per ora non c’è risposta. L’unica cosa certa è che loro ci sono e il Festival lo fanno. Per fortuna.