Il sepolcro è vuoto e la vita non è morta perché non c’è morte che tenga dinnanzi a chi ama
Il Risorto lo incontri se lo cerchi nei luoghi che generano la vita degli uomini e delle donne e la prossimità umana. Dio non lo si trova tra morti, ma tra i viventi perché il sepolcro è vuoto ha ri-partorito la vita nuova. Risorto e vita nuova per riscattare quanti sono vittime dell’umana ingiustizia e ravvivare l’indifferenza per gli uomini e le donne. Noi tenacemente e decisamente annunciamo la vita nuova, la Risurrezione. Non la morte o gli aborti di questo tempo, non gli sfaceli, non l’odio, non le aggressività e le quotidiane prepotenze. Non la ripetuta e bieca prospettiva di un nuovo olocausto. Non la fine. Non il piombare inarrestabile nel vuoto.
Il travaglio di tre lunghi giorni è finito, il parto è aperto, il sepolcro è vuoto e la vita non è morta perché non c’è morte che tenga dinnanzi a chi ama, non c’è scoglio tombale che non precipiti, perché chi ama genera vita. Chi non ama non può generare. Pare che il male, l’odio, il rancore, l’indifferenza, la freddezza tenti di primeggiare e di annerire la vista che ci disorienta dal Bello dal Vero e dal Giusto, dal cielo e dalla terra. La passione ha la durata e la sua fine; sappiamo che è l’inevitabile travaglio di tre lunghi giorni per una rinascita individuale e comunitaria. Tanti sono demoralizzati, infiacchiti, assoggettai dai potenti di turno che abusano con illusioni e falso dire. I veri disoccupati, i giovani senza prospettive nell’oggi, di quanti che la vita ha costretto a ridurre sogni a lungo perseguiti.
A voi fratelli e sorelle solitari, popolo dolente e senza volto, a noi peccatori che il peccato ci ha intristito, la volubilità ci ha infangato e resi più poveri moralmente svuotandoci di spiritualità si proprio a tutti il Risorto dice: Risorgiamo è tempo per la vita e per la rinascita. Pasqua è annuncio di vittoria sulla morte, della vita che non sarà distrutta. Al di là di ogni naufragio, di tutte le sofferenze, oltre le barriere e divisioni possiamo ricostruire le nostre storie personali e lavorare per una storia dell’umanità all’insegna della riconciliazione e dell’amore. Ma se questo amore, come ci insegna il Risorto; il Dio con-noi e per-noi, lo pratichiamo esclusivamente per chi è della nostra cerchia diventa: selettivo, parziale e riduttivo.
Il Risorto vince ogni paura, perché ci fa traghettare nella tomba, dentro quello che ci impaurisce, e viene incontro per farci fare esperienza di vita nuova, di salvezza. Con la Pasqua di Cristo siamo liberati e salvati dalle paure. L’altro non è più un nemico o estraneo da sopprimere e freddare, con il Risorto non ci sono più nemici e non si è più stranieri né ospiti, ma solo concittadini e familiari di Dio (Ef 2,14-17). La Pasqua crea una comunità solidale e aperta, ma questo è possibile se ci lasciamo liberare da paure e barriere, per incontrare il Risorto non occorre che percorriamo mari e monti: lì dove siamo il Cristo il Vivente ci raggiunge, nonostante le nostre paure, le nostre porte sbarrate ci incontra.