Presentata dal giornalista di Rai Tre Francesco Paolo Del Re, la mostra “Il tempo interiore”, allestita negli spazi di Lorusso Arte Design, in via Napoli, 71, ad Andria, sarà inaugurata domani sera, 19 gennaio, alle ore 19, e resterà aperta sino al 9 febbraio. Indica il lavoro emozionale dell’artista Carlo Fusca, l’ultima fatica di chi lotta contro il tempo, conservandone lustro e splendore. Lo abbiamo intervistato per Odysseo.

Ciao Carlo. Quanto ha inciso, nella tua carriera artistica, l’influenza di Luca Di Noia, esponente dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma?

Luca ha inciso molto nella mia formazione, ponendomi a stretto contatto con le opere dei grandi maestri della pittura dai quali ho assimilato gli aspetti tecnici e compositivi.

Oltre ad omaggiare l’opera di Gioacchino Rossini, esposta nel Palazzo Ducale di Pesaro, possiamo dire che “Il tempo interiore” riprende la Scuola Napoletana di artisti settecenteschi quali Luca Giordano, Corrado Giaquinto, Francesco Solimena, Cesare e Giovanni Fracanzano?
Per questa grande tela, che rappresenta l’aspetto principale di questa esposizione, avevo realizzato, nel 2007, un bozzetto ispirato all’opera di Gioacchino Rossini. In seguito, nel novembre 2018, avevamo deciso con Saverio Lorusso di realizzare un dipinto che sintetizzasse il mio lavoro utilizzando la stessa tela. Le modifiche sono state molteplici tanto da stravolgere l’impianto iniziale. In questa opera “il tempo interiore ” sono condensati gli aspetti tecnici e stilistici che hanno caratterizzato il mio percorso.

Sotto l’aspetto prettamente tecnico, qual è la più grande difficoltà nel dipingere una tela con una superficie di quindici metri quadri?
Per dipingere su una grande tela bisogna dominare lo spazio e questo avviene attraverso un solida educazione compositiva che solo una formazione classica può darti. Dopo subentrano gli aspetti tecnici legati alla conoscenza della materia pittorica che completano la visione estetica.

Cosa ti lega ai Lorusso e perché hai scelto proprio questa famiglia come soggetto del tuo lavoro?

La famiglia Lorusso ha fatto tanto per valorizzare l’arte e la cultura del nostro territorio. Un percorso impegnativo sostenuto con passione. Questo ho cercato di trasmettere attraverso la pittura. Con Saverio Lorusso ho realizzato diverse mostre che hanno siglato passaggi importanti del mio lavoro a partire dal1993, un cammino subconscio a cui ho voluto rendere omaggio in qualche modo.

Dopo aver rappresentato l’Italia nella mostra internazionale per L’UNICEF a Dusseldorff , essere stato il pioniere della Nuova Maniera Italiana e aver creato la cosiddetta “Pittura Colta”, quali sono i progetti ancora in cantiere che realizzerai in futuro?
I progetti in corso sono molteplici e, come sempre, hanno sviluppi inaspettati. Per esempio sono in attesa di prendere servizio a giorni all’Accademia di Belle Arti di Venezia come titolare della cattedra di tecniche della pittura. Sarà una nuova avventura.


Articolo precedenteLa Smorfia. Berlusca show!
Articolo successivoIl senso del limite
Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.