Di ius soli e ius culturae non si mangia. Lasciateci soli: fino ad estinguerci…
Cari stranieri, ovunque* voi siate nati, anche se siete in Italia e i vostri figli frequentano le nostre scuole, nonostante lavoriate e paghiate le tasse e siate già consapevoli che la pensione comunque non possiamo assicurarvela, ma ogni mattina vi alzate presto per scaricare la nostra frutta o timbrare il cartellino o accudire i nostri anziani. Nonostante facciate la nostra stessa vita, per assicurare ai vostri figli le stesse garanzie cui aspirano i genitori italiani, vi invito a fare questa considerazione: non è meglio cambiare Paese? Non è meglio andarsene in Germania, dove ci sono comunità multietniche integrate da 40 anni, o in Francia o in Gran Bretagna, primi grandi esempi di meltin’ pot nel mondo? E perché non pensare agli Stati Uniti o al Canada? Lasciate tutto, ricominciate da zero e sperate in un’accoglienza diversa. Pensate alle lingue: un madrelingua inglese ha più possibilità di un madrelingua italiano – ammesso che i vostri bambini imparino l’italiano decentemente. Non vorrete mica che vostro figlio diventi così:
Sappiate che pultroppo è possibile!!!
Dunque, è meglio per tutti se cambiate Paese. Capisco che dovreste fare a meno di quei privilegi di cui solo noi italiani – popolo eletto – possiamo godere: il sole, il mare, la discendenza dai romani, la razza pura e cristallina che ci distingue dal resto del mondo. Voi non avete mai potuto godere delle dominazioni bizantine, germaniche, arabe, francesi, spagnole e austriache come noi. Non potete capire.
Capisco anche che sarà dura fare a meno dei nostri dialetti, che quel benzinaio nero in Sicilia parlava benissimo, ma era nero e per ovvie ragioni non poteva essere completamente integrato. E la benzina non la metteva poi così bene come noi italiani. Sono limiti strutturali, non potete farci nulla.
Il cibo lo comprerete all’estero, tanto le grandi catene di discount sono tedesche e la qualità è la stessa di quelli che son da noi. E se invece avete sempre comprato i prodotti di marca o igp italiani, state tranquilli, li troverete anche lì, magari costeranno un po’ di più, ma con quello che guadagnate non potete star sempre a lamentarvi.
E, visto che mi ci fate pensare, lamentarsi spetta a noi. Lamentarsi del tempo, dei governi, dei morti in un palazzo a Londra che erano italiani, ma che sono stati costretti a lasciare l’Italia perché il Governo (visto?) gli ruba il futuro.
Voi mi parlate delle guerre, ma lì non ci sono morti italiani, sono morti qualunque. E dimostratelo un po’ di coraggio, lottate per il vostro Paese come facciamo noi ogni giorno +++INDINNIANDOCI+++ per il nostro.
Lasciateci soli, che noi soli vogliamo stare. Presto usciremo anche dall’Europa perché non ci merita. Anche loro non ci capiscono, non capiscono la nostra arte – anche se la Gioconda ancora non ce la restituiscono, non capiscono la nostra finanza creativa, non comprendono nemmeno il nostro modo di guidare.
Noi siamo unici e nella nostra unicità vogliamo crogiolarci, fino ad estinguerci. Grazie.
Note: *ovunque tranne che in paesi extraeuropei ricchi come gli USA. In quel caso come non detto e amici come prima. Posso offrire un caffè?
Ironia tagliente come verità che non si accettano perché scomode. Lo struzzo si ribellerà perché gli italioti gli occupano lo spazio della sua testa sotto la sabbia. Tenere il capo alto e gli occhi rivolti all’altro invece? Perché ” prima o poi gli altri siamo Noi ” suona un motivetto canoro. Altro che ridicoli e vacui selfie.
…🤔🤔🤔…qualsiasi considerazione o riflessione sul tema, a mio parere, non è mai esaustiva. Non credo che a lamentarsi sia tutto il “popolo” straniero che riesce a lavorare onestamente in questo paese pagando anche le tasse…od anche non si è voluto, in modo elegante e diplomatico, ridadire il concetto “meglio soli che male accompagnati” etc etc …facendo l’occhiolino a Machiavelli?