
Eseguiti due interventi concernenti la Fibrillazione Atriale isolata, alla base dei quali vi è “Convergent”, la nuova metodica mininvasiva
La struttura di San Giovanni Rotondo “Casa Sollievo della Sofferenza” sta dimostrandosi una punta di diamante per la sanità pugliese. Infatti, agli inizi del mese di giugno, presso la sala operatoria della Cardiochirurgia, due pazienti di 41 e 45 anni hanno subito l’intervento per la Fibrillazione Atriale (FA) con la tecnica di ablazione “Convergent”. Si tratta della metodica mininvasiva più innovativa per tale intervento, grazie alla quale il cardiochirurgo coopera con il cardiologo elettrofisiologo. Di questa tecnica è possibile avvalersi solo nei casi di Fibrillazione Atriale isolata, ovvero non annessa a patologia valvolare. Quest’ultima si diffonderebbe anche a causa della possibile esecuzione dell’intervento di ablazione non ricorrendo alla sternotomia (apertura dello sterno). Esistono varie tipologie di aritmia. L’aritmia FA comporta irregolarità nel ritmo cardiaco e può essere la causa di trombosi e coaguli che, se introdotti in circolo, possono provocare anche ictus cerebrali o ischemie. Usualmente il trattamento previsto per tale tipo di aritmia è una terapia farmacologica o una cardioversione elettrica. Nei casi in cui il problema non è risolto, si ricorre all’ablazione. I cardiochirurghi Kostantinos Zannis, di nazionalità francese, primario dell’IMM di Parigi, e Michele Palladino, operante presso l’ospedale di San Pio, sono stati i protagonisti di questo tipo di intervento innovativo. La “Convergent” consta di due fasi distinte: in sala operatoria, per mezzo di un accesso mininvasivo, il chirurgo effettua una ablazione con radiofrequenza della parete posteriore dell’atrio sinistro del cuore al fine di isolare le aree, i “foci aritmogeni”, dalle quali proviene l’impulso elettrico sbagliato; dopo 3 mesi, il lavoro è portato a termine dal cardiologo elettrofisiologo, che compie una ablazione transcatetere delle vene polmonari con crioablazione.
Mauro Cassese, dirigente dell’Unità di Cardiochirurgia dell’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza”, ritiene che questa nuova metodica vada a completare il reparto di trattamenti possibili per la FA. Ha asserito, inoltre, che tale tecnica innovativa, fino ad ora presente in soli 3 istituti italiani, nei primi anni si è dimostrata valente per risolvere l’aritmia nell’80% dei casi. Cassese ha concluso evidenziando i risvolti positivi per il paziente, il quale non correrà più il rischio tromboembolitico e potrà sospendere la terapia anticoagulante e con i beta-bloccanti, influenti considerevolmente sulla qualità di vita. La Puglia, certamente, non può che essere fiera dell’operato della struttura di San Giovanni Rotondo, che sta dando un enorme contributo alla sanità e all’avvaloramento della regione.