Annuncio su un social! Centenne in splendida forma…
Nato il 28 gennaio 1922, oggi compio 100 anni!
Mentre vengo fotografato, il mio riconoscente sorriso vola verso mia nonna, mio nonno, mio padre e mia madre che vagisce per la prima volta. Riecheggia, subito dopo, nell’aria il nitrito della mula, proveniente dalla stalla sottostante all’abitazione, inteneritasi, la cara creatura, per la flebile vocina umana.
Auguro vivamente che ciascuno di voi possa festeggiare almeno il centesimo genetliaco nell’efficienza del corpo, nella pienezza dell’anima, nell’amore di ogni forma di bellezza
Bufala sesquipedale! Gioco a nascondino, eclissandomi dietro il paravento delle cento candeline.
Apparentemente, infatti, la chiave di lettura sarebbe ravvisabile nel numero cento, nella torta, nella scenografia, nelle mie fattezze, in realtà è nascosta subdolamente nel bosco delle parole, dietro la siepe “vagisce, per la prima volta”.
In realtà, un modo clamoroso e coinvolgente, per raccontare e vivere intensamente un’esperienza per me importantissima, la ricorrenza dei cento anni di mia madre. Un tentativo di rompere le cristallizzazioni, le mie, di un’“anima in perenne trans – formazione”, dichiara Sardaro Vito, il mio medico di base e psicoterapista, specializzatosi sotto lo sguardo sorridente e compiaciuto di Mauro Scarovelli, umanissimo giurista e psicoterapeuta, …uomo integro, candidato alla Presidenza della Repubblica.
Mentre vengo fotografato, mi appare mia nonna, orfana alla nascita, una vera cenerentola nella vita, tante tribolazioni, poche gioie, immensamente devota. Poi, mio nonno, analfabeta, bracciante, povero, sordomuto. Dignitoso e generoso. Di seguito, mio padre, bravo artigiano della calzatura. Infine, il mio focus visivo e sentimentale si concentra su mia madre, appena nata, che vagisce per la prima volta.
Mia madre, in effetti, nasce il 28 gennaio 1922, e anagraficamente avrebbe compiuto 100 anni oggi, 28 gennaio 2022. Lei assume le mie fattezze corporee per spegnare le candeline, tagliare la torta, assaggiarla, quella semplice e gustosa torta di pan di Spagna e mele che lei in mille occasioni mi ha preparato per decenni.
Ebbene, miriadi sono le forme di bellezza che fanno vibrare i cuori, ma la più bella esperienza della vita è l’amore della mamma. Che non muore mai, che è sempre presente, anche quando apparentemente non accarezza, non prepara la colazione, non aspetta a notte inoltrata dietro i vetri, non scuote la testa mestamente per le sbandate, non gioisce per i successi. Lei è sempre viva, e ogni figlia/o la invoca in mille occasioni, anche in fin di vita.
Sta solo a te, a me rivivere il passato, (ed io l’ho rivissuto intensamente con la festicciola) dare senso al presente e inondare di fiori il futuro.
La voce di Dina
Una voce di commento, quella di Dina, una ragazza che ha l’età dei miei figli, visitati da un’incipiente canizie. La conosco da poco, “tuffandomi nel fiume della vita popolare, rinfrescandomi nelle scaturigini del torrente della nostra esistenza quotidiana” ad Andria in una manifestazione pubblica. Si batte in prima linea per la tutela e valorizzazione della salute dei cittadini, per la difesa dei diritti di chi dissente dal conformismo e dal consumismo, si oppone civilmente alla condotta repressiva imposta con la paura dalla politica, dall’economia e dalla cultura totalizzante.
Una donna umile, forte e generosa. Una madre coraggio. Senza risorse finanziarie. Che si arrabatta per sbarcare il lunario …che sopravvive grazie a saltuari lavoretti mercificanti ed alla ingenerosa pensioncina materna.
Che subisce con grande sofferenza, per prevaricazione maschile, la rottura della relazione di coppia, pur di non perdere, con l’aborto, la bambina che porta in grembo.
Che con mirabile abnegazione da otto anni si prende cura di Anna, sua figlia, bambina autistica! miseramente accudita dallo Stato. Ambedue ridotte al rango di suddite, alla condizione di stracci da cucina, dappertutto, quotidianamente, e, ancora più grave, durante i vari ricoveri ospedalieri. Invece di essere elevate, onorate al crinale di cittadine, come prescrive la Costituzione, il Vangelo, l’etica presente in ogni cultura, in ogni persona elevata.
Scrive, infatti, Dina: “Hai fatto una cosa meravigliosa… hai dato vita alla tua mamma in un giorno memorabile. Lei guarda attraverso i tuoi occhi, annusa con tue narici, sente con le tue orecchie, riassaggia la torta tramite te, che la festeggi nella ricorrenza dei suoi 100 anni. Rivive in te figlio. Empaticamente! Olisticamente! Con “entusiasmo”, come indica l’etimologia della parola.
Deve essere stata una donna forte, una brava madre… come lo sono tutte quelle che non giudicano i figli, sommariamente, come fa la scuola e la società, non impauriscono, non minacciano, non puniscono, ma seminano in loro con la testimonianza quotidiana i valori della parola sincera, dell’azione generosa, del rispetto e dell’amore per le piante, gli animali, le pietre, le energie, per tutte le donne e gli uomini, piccoli e grandi, sani o ammalati, colti o deprivati nei quali splendono ardenti fiamme di divinità. Auguri Madre! Auguri Figlio!”
Le riflessioni di Francesca sulla vicenda
Francesca, mamma e nonna, capelli letteralmente incanutiti, gambe malferme, salute instabile, ma perennemente salda e lungimirante nei pensieri, nelle parole e nelle opere.
“Ciao Mimmo, mi congratulo con la signora Dina, che ha saputo interpretare i tuoi sentimenti e le emozioni con parole auliche. E grazie a te per averle condivise.
Il tuo messaggio del compleanno di tua madre tocca in me corde remote, sprigionando vibrate risposte. Ci testimoni la possibilità di un amore infinito, senza orizzonti, senza limiti, senza fine, senza confini. Infinito come il cielo, come l’aria, infinito e libero come il volo degli uccelli, infinito e libero come la sensazione banale e vera delle nuvole quando diventano accavallate e in disordine su quel palcoscenico che si chiama cielo. Amore eterno… È l’amore che vince la morte: Amare qualcuno significa dirgli: tu non morirai! (Gabriel Marcel). Eugenio Montale esprime intensamente questo bisogno, che è insieme nostalgia, desiderio e attesa, nei versi scritti dopo la morte della moglie, dove è proprio l’assenza della persona amata a far percepire l’importanza dell’amore, che vive al di là di ogni fragilità e interruzione.
“Chi dondola una culla agita i destini del mondo”. Cioè se la mamma è buona fa una famiglia buona, una famiglia buona fa una società buona. Una società buona esprime uomini e donne che si impegnano per umanizzare il mondo e i destini del mondo. Per questo “chi dondola una culla agita i destini del mondo”!
Permettimi di concludere con brevi versi alla mia dolcissima Mamma:
Mamma,
non scorderò mai
quel sapore antico
che sa d’infanzia,
di tenerezze, di caldi abbracci,
che sa di te!
Ciao Mamma
Un abbraccio di cielo a tutte le mamme che hanno raggiunta la Casa del Padre. E ora vegliano su di noi!”
La MAMMA, una creatura splendidamente descritta in questo articolo. Figura essenziale per la crescita interiore di ognuno di noi, la nostra copertina di Linus, porto sicuro da sempre e per sempre. Angeli che dimorano nella nostra anima per ricordarci come si fa ad “amare”.
Il mio commento è più da realista o pessimista…a chi legge la scelta…..
Ho sempre condiviso il pensiero di mia madre….Che la mamme sono di un materiale particolare.Una specie di acciaio inox.Ma per i loro figli sono o devono essere eterni.E’ vietato invecchiare…a da nonna,noi siamo le “supernonne”(secondo mio nipote)e perciò anche supermamma.
Ci manca la tuta da superwomen😁
La mia è mancata otto anni fa, ma è sempre con me. Ogni giorno mi rivolgo a lei, sia nei momenti di fragilità che in quelli di gioia e ne traggo beneficio.
Bellissime emozioni! Grazie Mimmo.
La mamma è un essere universale…quando ero piccola cantavamo per il giorno della sua festa”..mamma tutto fare!”.
….in quella canzone ,che ancor oggi mi commuove, c’è la mia MAMMA!
“Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta”.
È sempre una grande emozione leggerti, una carezza al cuore.
I tuoi articoli sono motivo di riflessione, occasione per apprezzare e rivalutare la bellezza umana e in te caro Mimmo ce n’è a profusione.
Credo che i legami tra genitori e figli siano in assoluto i più forti, indissolubili, eterni.
La mamma è sempre la mamma sostiene qualcuno e bisogna rispettarla, amarla e ringraziarla in ogni istante della nostra esistenza, indipendente dal fatto che ci sia o meno accanto.
Un grande abbraccio, grazie.
Un gioco bellissimo, straordinario per festeggiare la propria e tutte le mamme.. Un gioco per uscire dalle convenzioni, da gesti e parole retoriche. Un gioco per condividere sentimenti amorevoli che tutti gli esseri umani conservano in profondità ma che spesso là rimangono per paura di mostrare il proprio lato umano spesso demonizzato dalla società..
Un gioco creativo, fatto col cuore che fa riflettere.