#WeAreInPuglia e #PugliaSoudsPlus sono gli hashtags da ricordare. La world music che si intreccia alla tradizione sonora pugliese, armonia strumentistica adattata al percorso, un viaggio lungo il tacco dello stivale, note meridionali a cui abbandonarsi estasiati. Stiamo parlando dell’Ensemle SudEstada, un progetto itinerante raccontato ai nostri lettori dalla chitarra di Riccardo Lorusso.

Ciao Riccardo. Cosa intende raccontare la musica dell’Ensemble SudEstada?

L’Ensemble SudEstada nasce con una forte appartenenza al territorio pugliese, storicamente culla di varie tradizioni culturali derivanti dalle diverse dominazioni ed influenze straniere che nel corso degli anni e  dei secoli si sono avvicendate. La musica dell’ensemble è specchio di ognuno di noi, il risultato non solo dei nostri studi, delle nostre passioni e dei nostri ascolti, ma soprattutto il risultato e l’espressione del nostro patrimonio genetico-culturale, espresso in forma consonante con il linguaggio della global-music, della musica etnica e della musica jazz.

Quale simbologia c’è dietro la composizione del vostro nuovo brano “Ballata”, che dà il nome al tour?

Il brano di cui parliamo si intitola “Ballata per l’ultimo Ràis”. Il Ràis è una figura mitologica, giunta ai giorni nostri con un preciso ruolo nella società meridionale, ed in particolare in alcune comunità votate alla pesca del tonno. Vi sono varie tonnare, ormai in disuso, in tutto il mediterraneo, complessi sistemi di uomini e famiglie che scandiscono svariati mesi dell’anno nella preparazione alla pesca del tonno, sotto la guida autorevole del Ràis, identificato come capo della tonnara. Il brano che da il nome al tour è un omaggio all’ultimo grande Ràis della tonnara di Favignana: Gioacchino Cataldo

Quanta “tradizione meridionale” è insita nei vostri pezzi?

È imprescindibile per noi scontrarsi nella tradizione meridionale. Le nostre musiche per quanto attratte dall’eco della musica jazz, per quanto ispirate dai grandi artisti della world music, mantengono un costante stretto legame con la tradizione meridionale; si intingono di musica napoletana, di bel canto, di tradizioni bandistiche e di tradizioni orali, contenuti espressi dai quali non possiamo prescindere.

Interessante e piuttosto insolito vedere tra gli strumenti suonati il “Tres” e la “Launeddas”. Ce ne puoi parlare?

Il sound e lo stile dell’Ensemble SudEstada è molto personale anche per la nostra mescolanza di sonorità, che seppur mantenendo una matrice tradizionale meridionale, del bel canto e delle tradizioni bandistiche e orali come detto poc’anzi, fonde ulteriori esperienze e ricerche sonore, maturate col tempo, come nel caso del Tres Cubano (una sorta di mini chitarra a tre corde doppie usato nella tradizione musicale Caraibica, in particolar modo cubana), strumento che mi ha da subito affascinato e che riporta a quelle sonorità latine ancestrali che ben si confanno alle nostre, o come anche nel caso della Launeddas (strumento a fiato ad ancia battente, di antichissima origine sarda) suonata da Eugenio, che riporta il senso atavico, ad un sound che nonostante attuale, non dimentica le proprie origini, ma anzi, le rinnova.

Quali sono le prossime date?

Per il mese di ottobre saremo a Bari il 15 ottobre presso il Chiosco dei Carmelitani nella chiesa del Redentore, poi Bologna il 17 ottobre, dove suoneremo al “Mercato Sonato” ed infine a Pietragalla il 23 ottobre, ospiti dell’Accademia Ducale.

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I nomi dei componenti della band sono:

Clarinetto e Launeddas Eugenio Tattoli
Violino Simona Storelli
Fisarmonica Tiziano Zanzarella
Chitarre e Tres Riccardo Lorusso
Contrabasso Cosimo Caggia
Percussioni Gilberto Bufi
Voce Sarita Schena

Video link:

https://youtu.be/n5K77Kokq5U

https://www.facebook.com/Ensemble-SudEstada-114774587097923

https://www.instagram.com/riccardolorusso_official/?hl=en


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.