Sedurre il tamarro e indurlo al cambiamento

L’intelligenza e la genialità di Luca Medici, possiamo intuirle già dal nome d’arte, o meglio dal nome del suo personaggio, scelto con cura: “Checco Zalone”.

Forse non tutti sanno che in gergo pugliese “Che cozzalone” significa “Che tamarro, che rozzo”.

Già il nome del personaggio dichiara la propria identità.

Definito spesso come prototipo dell’“italiano medio”,  Checco Zalone impersona in realtà “L’italiano rozzo, ignorante” e mira al pubblico più basso, (proprio come faceva Aristofane nella commedia antica), conquistandolo e seducendolo con battute oscene, caricature pesanti, allusioni sessuali e/o falliche per poi denunciare e smascherare, in modo graffiante e quasi catartico attraverso la risata, i pregiudizi reconditi di una mentalità ingabbiata dalla paura del diverso e i vizi di una società a volte corrotta e pressapochista.

Checco Zalone mira proprio agli “ultimi”, li conquista con la risata e con il suo straordinario talento musicale, e mira ad una “catarsi del pregiudizio”, ad una riflessione più profonda, confidando in un cambiamento di una società, unita spesso dall’amore e dall’uguaglianza, e non semplicemente da un lieto fine da commedia.

Questa è la sua “tecnica d’acchiappo”, sedurre “il tamarro”, per poi smascherarlo e, attraverso la risata, portarlo ad una riflessione diversa o comunque ad una trasformazione del punto di vista di partenza.

Ed è proprio questo che fa nel suo ultimo film “Tolo, tolo”, alzando l’asticella del rischio con una dose ancor più grande di coraggio, preferendo il senso al consenso.

Checco Zalone è l’unico tra i comici italiani degli ultimi 20 anni, paragonabile ad Aristofane e alle commedie antiche, proprio perché la sua comicità non è fine a sé stessa o al semplice intrattenimento, (come avveniva negli ultimi “cinepanettoni” o in generale in molte commedie italiane).

La comicità di Checco Zalone è semplicemente uno “strumento” per tentare una trasformazione più profonda della società, mirando ad un pubblico vasto.

È per questo che mi sento di affermare l’alto valore sociale della sua comicità ed è questa la chiave del suo successo.

Chi si ferma solo ad un primo sguardo superficiale, non riesce a coglierne l’originalità. Ma chi va oltre la “maschera del tamarro, del rozzo” può davvero apprezzarne la genialità, oltre che a goderne l’ironia e musicalità.

Il coraggio di affrontare i tabù più reconditi di una società “degli ultimi” e il suo talento comico e musicale sono le carte vincenti che hanno fatto di Zalone un vero e proprio “fenomeno”. Record di incassi ai botteghini. Checco Zalone è davvero uno spartiacque nel cinema italiano, con cui in molti dovranno confrontarsi.

Il sodalizio con l’amico, regista e sceneggiatore Gennaro Nunziante, con cui ha costruito un percorso in ascesa fatto di record, è stato fondamentale per trovare il giusto equilibrio tra comicità e “denuncia sociale”. Nondimeno, con “Tolo tolo”, la “coppia si scoppia” e Luca Medici tenta anche la via della regia: con esiti felici.


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Laureata all’Accademia Nazionale d’arte drammatica “S. D’Amico”, si forma come attrice al Susan Batson Studio di New York. Lavora da anni nel settore teatrale e cinematografico a livello nazionale ed internazionale. Dopo essere fuggita per anni da Andria e dalla Puglia per formarsi e realizzare il proprio sogno di attrice, si ritrova spesso a tornare in terra natìa perché la Puglia, ormai terra in continuo fermento culturale, è diventata negli ultimi un importante polo di attrazione per le produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali e trampolino di lancio per giovani realtà teatrali. Cecilia sarà il nostro sguardo andriese “sotto i riflettori e dietro i sipari”.

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