Un nuovo premier che emerge dalla travagliata vicenda degli immigrati bloccati sulle navi
Caro Direttore,
non faccio ammenda del mio giudizio su Giuseppe Conte, il premier fantasma del Gargano, voluto da Di Maio e ingoiato da Salvini, i due vice padroni del vapore gialloverde. Ma, ecco c’è finalmente un ma… L’avvocato Conte, che ha esordito con una serie di pittoresche uscite, ci sta confermando che, talvolta, il trono fa il re e che, per quanto lo scranno sia alto, il culo ce lo mette lui (direbbe Montaigne). Ecco che ci siamo. Il nostro avvocato del popolo, quello del papocchio LegaCinquestelle, sta dando un nuovo inizio al suo mandato, e questo nuovo inizio ci riporta alla sua declamata fedeltà al pensiero di Aldo Moro, declamazione un po’ ridondante e azzardata. Però, se non Moro, il Nostro ha rispolverato quella sana patina democristiana, cioè di mediazione, che un uomo di governo deve avere come formazione e come costume. Se la politica è la scienza del possibile, allora la politica dev’essere sempre un tantino democristiana.
Questo è il nuovo premier che emerge dalla travagliata vicenda degli immigrati bloccati sulle navi. Invece di subire il ricatto o scontrarsi con Salvini, il ministro vestito da poliziotto, Conte ha aggirato l’ostacolo mettendo in campo l’Europa. Salvini chiude i porti, se l’Europa non si fa carico del prolema? Conte convince l’Europa a condividere gli sbarchi, anzi riesce a ottenere per l’Italia una quota inferiore a quelle di Francia, Germania, Spagna, e rompe così il giocattolo del Truce che in Polonia predica razzismo e sovranismo, senza che neanche i polacchi lo prendano sul serio. E, Conte, si consente anche lo sberleffo: Salvini chiude i porti? Gli immigrati arriveranno in aereoplano. La partita è chiusa, il ministro di polizia sbraita e minaccia, ma non può far neanche cadere il governo, sapendo che Mattarella non consentirà elezioni anticipate prima di quelle europee.
Si può dire che il premier fantasma ha conquistato visibilità e scena, e questo spiega anche la sua forza nei sondaggi, per quel che i sondaggi valgono. Per il resto, democristianamente, ripercorre sulle banche la strada di Gentiloni e Renzi, sull’Europa quella di Tria controfigura di Padoan, in una continuità che l’Europa premia, avendo individuato in lui un interlocutore affidabile e sempre più autonomo dal Duo gialloverde, che ogni giorno ne pensa una nuova, al solo fine della propaganda. Quella della solidarietà di Di Maio ai gillet gialli francesi è una mossa fra il comico e il tragico. Il nostro leader grillino, dopo settimane di proteste per le strade di Parigi, ha mandato la sua solidarietà ai rivoltosi nel giorno sbagliato: quando una ruspa ha sfondato la porta di un ministero. Cioè quando la protesta s’è fatta crimine. Mitico Di Maio che, nella disperazione di non avere alleati europei per le prossime consultazioni di maggio, raccatta quel che c’è. Conte, ovviamente, non l’ha seguito e, in controtendenza, persino Salvini ha glissato.
Forse la verità sta venendo finalmente a galla, favorita dall’asse Mattarella-Conte. Il Duo scapigliato che manderà a casa i burocrati di Bruxelles, il Parlamento di Strasburgo e il mondo intero, comincia a rendersi conto che, oltre il confine, non se li fila nessuno, e anche quelli che li ascoltano lo fanno per cortesia. Il Duo sa bene che i numeri dei sovranisti-populisti in Europa cresceranno, ma non tanto da battere l’alleanza fra Popolari, Socialisti, Liberali, Verdi. Che la grancassa italiana ha già rotto i timpani a tutti e, cara grazia, se l’Europa non ci sanziona la manovra: lo fa per quieto vivere, per non aizzare sfascismo e fascismo.
Tutto questo l’avvocato Conte ha ben inteso, e ben glielo hanno spiegato a Bruxelles la Merkel, Junker, Moscovici. Conte, nella sua umana vanità di Forrest Gump, ha mangiato la foglia. Pratica la politica dei due forni, mentre Di Maio e Salvini si azzuffano. Quanto durerà il gioco e quanti disastri ci lascerà, lo vedremo alla fine. Per intanto, c’è una buona notizia. Salvini e Di Maio si sono messi in casa un fantasma pericoloso, i loro sonni non sono più così tranquilli come raccontano per tenere buoni i gonzi.