Ad una settimana di distanza dal giorno di san Valentino, il resoconto di una intervista impossibile

Giornalista: (Accostando il microfono) Buon giorno, signorina. Il suo nome?

Intervistato/a: (una cascata di capelli biondi, occhi chiari, vestiti attillati oltremisura, tacchi a spillo) Buon giorno. Donatella!

g. Allora, Donatella, il più bel bacio della sua vita?

i. (Scostando il microfono dalla bocca ed andando via con una smorfia di nausea sul viso) Non intendo parlare dei fatti intimi a degli estranei. Pubblicamente. Arrivederla! Anzi, mi auguro di non vederla mai più.

g. (Serenamente) La ringrazio, Donatella. Auguri per il suo futuro.

g. Buon giorno. Come ti chiami?

i. (giovane, giaccone di pelle jeans, piercing al naso, blue jeans sdruciti, luminescenti scarpe nike) Ciao. Mica è facile rispondere. I miei, “Nicola”, gli amici del bar, “interista”, quelli della comitiva, mister sniffo”, della facoltà, Nick”, la mia ultima fiamma, “amore”. Saltando tutte quelle di mezzo, la prima, “coccolino”. (atteggiandosi) Sono un creativo, chiamami come vuoi.

g. Allora, Nicola, qual è stato il più bel bacio della tua vita?

i. I baci? Uguali! Tutti bellissimi! Gustosissimi! Naturalmente… alla francese. Quello più recente? Vediamo un po’… Ah, sì! Cinque minuti fa, (dando un bacio all’aria con le dita congiunte) un “bijoux”! Che foga! Amico! Passionale! Focosa! Eppure, ne ho al mio attivo. Sapessi!? L’ho ripagata con la stessa moneta. Che lingua! Un frullatore. M’è parso che avesse più esperienza di me, quella… benedetta!

g. Grazie, Nicola. Ciao.

i. Grazie a te. Ora pensiamo al prossimo e a quelli seguenti!

g. Buon giorno, signorina. Mi perdoni, posso farle una domanda?

i. (bel portamento, compita, tailleur verde, occhi profondi) Antonietta! Mi dica.

g. Piacere, Riccardo. Il suo più bel bacio?

i. (sorridendo amabilmente) Naturalmente, il primo bacio. Finalmente Giovanni, il mio fidanzato, vincendo la sua innata ritrosia, mi abbracciò e…(con un fil di voce, avvampando) mi baciò. Per poco non svenivo. Non me lo aspettavo, ma lo desideravo da tempo. Come si fa a dimenticarlo…

g. Gentilissima! Grazie, Antonietta, ed auguri. Mi saluti il timidone Giovanni.

g. Posso farvi una domanda?

i. (Si avvicina una coppia. Camminano strettissimi. All’unisono) Ma cheee vuoooi!?

g. Qual è stato il più bel bacio della vostra vita?

i. (baciandosi immediatamente) Eccolo! In diretta. Contento? (E vanno via, continuando a strusciarsi, a farsi coccole e moine.)

g. (alzando la voce) Buon giorno, nonna! buon giorno, nonno! Posso rivolgervi una domanda?

i. (Camminano mano nella mano i due giovani vegliardi. Lei, splendida chioma bionda, orecchini vistosi, sorriso accattivante, spigliata. Lui, sornione.) Lei: Che vuoi?

g. Qual è stato il più bel bacio della vostra vita?

i. Stavo nel letto. Sì, lo ricordo come se lo vivessi in questo momento.

g. (ammiccando con un sorriso) Signooora, che dice!?

i. Era bellissima!

g. Signoooora, ma lei è proprio scanzonata!? Emancipata!? Ai primordi del femminismo!?

i. E… anche se…, che cosa ci sarebbe di male? Ebbene, era bellissima. L’aveva appena lavata, l’ostetrica, ma l’odore del liquido amniotico, fragrante, continuava a conservarlo. (Quasi ispirata) Sfiorai con le mie labbra la guancia. Paffuta, rosea. (Servendosi per dare colore delle mani) Pelle? Morbida, vellutata, calda! Sorrise, Giorgia! Che emozione! Unica! Avevo aspettato quel momento, piena di trepidazione per nove mesi. (Spalancando bocca ed occhi) Trasumanai. Lei si inmiò, ed io mi insuai. La stessa esperienza, anche con Fabio e con Elisa. (L’emozionato marito assente con la testa. Lei, poi aggiunge convintamente) Tutte le mamme del mondo…nere… bianche… gialle… rosse, analfabete o acculturate, ricche o povere provano la stessa ineffabile emozione!

i. (Ambedue, sorridendo e facendo cenno con la mano.) Buon lavoro, giovanotto. Arrivederci.


Fontehttps://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/45/Dettaglio_bacio_1859_hayez.jpg
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Percorso scolastico. Scuola media. Liceo classico. Laurea in storia e filosofia. I primi anni furono difficili perché la mia lingua madre era il dialetto. Poi, pian piano imparai ad avere dimestichezza con l’italiano. Che ho insegnato per quarant’anni. Con passione. Facendo comprendere ai mieli alunni l’importanza del conoscere bene la propria lingua. “Per capire e difendersi”, come diceva don Milani. Attività sociali. Frequenza sociale attiva nella parrocchia. Servizio civile in una bibliotechina di quartiere, in un ospedale psichiatrico, in Germania ed in Africa, nel Burundi, per costruire una scuola. Professione. Ora in pensione, per anni docente di lettere in una scuola media. Tra le mille iniziative mi vengono in mente: Le attività teatrali. L’insegnamento della dizione. La realizzazione di giardini nell’ambito della scuola. Murales tendine dipinte e piante ornamentali in classe. L’applicazione di targhette esplicative a tutti gli alberi dei giardini pubblici della stazione di Barletta. Escursioni nel territorio, un giorno alla settimana. Produzione di compostaggio, con rifiuti organici portati dagli alunni. Uso massivo delle mappe concettuali. Valutazione dei docenti della classe da parte di alunni e genitori. Denuncia alla procura della repubblica per due presidi, inclini ad una gestione privatistica della scuola. Passioni: fotografia, pesca subacquea, nuotate chilometriche, trekking, zappettare, cogliere fichi e distribuirli agli amici, tinteggiare, armeggiare con la cazzuola, giocherellare con i cavi elettrici, coltivare le amicizie, dilettarmi con la penna, partecipare alle iniziative del Movimento 5 stelle. Coniugato. Mia moglie, Angela, mi attribuisce mille difetti. Forse ha ragione. Aspiro ad una vita sinceramente più etica.