Un museo tattile, un unicum ed un’eccellenza italiana

Nell’ambito di una visita di studio Erasmus+ di una delegazione di Osmaniye (Turchia) all’IC “Lanfranco” di Gabicce mare ho avuto la fortuna di visitare il Museo tattile statale OMERO di Ancona.

Il Museo OMERO è un museo tattile, un unicum ed un’eccellenza italiana, gestito dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo dal 1999.

Ad accoglierci c’è Aldo Grassini professore di filosofia, fondatore con la moglie Daniela Bottegoni, anch’ella non vedente (anche se il professore usa per se stesso il termine “cieco” e non il termine, forse più asettico, “non vedente”).

Il Museo nacque nel 1985 con un primo nucleo di riproduzioni di sculture: Afrodite, poi la Pietà e la Pietà Rondanini di Michelangelo, poi riproduzioni di opere architettoniche, come la cupola di Brunelleschi e la piazza dei Miracoli di Pisa. E poi ancora riproduzioni di opere pittoriche, come Guernica e infine opere di artisti contemporanei pensate proprio per i non vedenti.

Viene spontanea la considerazione che quando in Italia si realizza qualcosa nello spirito dell’umanesimo democratico i risultati sono sempre e solo di assoluta eccellenza.

Chiedo al prof. Grassini quanti sono i visitatori: 35 mila l’anno prima del Covid, ora 30 mila ma in aumento; aggiunge che la cosa più bella per lui è vedere che i bambini che visitano il Museo con la loro scuola poi tornano con i genitori.

Gli chiediamo anche come è nata l’idea del Museo tattile, unico al mondo per ricchezza e completezza. Ci risponde che l’idea venne a lui e alla moglie negli anni Settanta, al ritorno da un viaggio in Germania, quando si resero conto che era assolutamente vietato toccare le opere d’arte e quindi non c’era per loro accesso alla bellezza: i loro viaggi erano inutili, erano esclusi dalla meraviglia della bellezza.

Ecco perché è grande la meraviglia per quello che ci siamo detti davanti alla riproduzione in resina e polvere di marmo della Pietà di Michelangelo: il professore spiega che, toccandola, si immagina la sofferenza di Cristo, specialmente per quel braccio in abbandono. Gli chiediamo: ”Professore, che fine faranno queste riproduzioni quando saranno pronte le riproduzioni digitali e virtuali ? “

Ha riflettuto un attimo e poi ha detto: ”Sarà una nuova forma di segregazione “.

Questa risposta fa riflettere. Cercherò di farlo nel prossimo articolo.


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