
La vecchia infine morì.
Infine morì, non sopportava che la badante
sedesse alla sua tavola, condividesse
vecchi ricordi, il bagno, le lenzuola,
e quell’anello, l’anello di sua madre.
Tre nuvole presero possesso della stanza.
Fece il suo ingresso anche la santa Eufrasia, un poco china,
una vecchia santa piegata dagli acciacchi, provata
dagli affanni, il viso un pascolo di rughe.
La santa prese la mano della vecchia morta,
la condusse nell’orto, le tre nuvole dietro, come cani
ottusi, fino alla pianta di peperoni dove,
zappando, innaffiando, raccogliendo, l’anello
era scivolato nella terra, nascosto dalle foglie.
Guarda, disse la vecchia santa alla vecchia morta,
non è vero che tutti i romeni rubano, ti sei sbagliata, così
sei morta per la troppa collera. La vecchia morta
strinse la mano della vecchia santa, non profferì
parola. Le tre nuvole evaporarono nel cielo.
Sul comodino ingombro di medicinali comparve
l’anello, e il viso della vecchia morta
per la troppa collera, parve aprirsi a un sorriso.
***
Nota d’autore:
Propongo qui di seguito alcune mie poesie tratte da un libro pubblicato lo scorso anno dalla casa editrice Macabor, dal titolo Miracoli del giorno.
Si tratta in realtà di azioni di buon senso e di semplice umanità che spetterebbe agli uomini compiere, ma gli uomini di questa società, di questo paese, non riescono più a essere sufficientemente umani da impedire che persone disperate che attraversano il mare in cerca di un futuro dignitoso affoghino in tanti, in troppi, nel disinteresse o peggio nella volontà criminale di favorire i naufragi, non riescono a impedire che tanti lavoratori perdano la vita nei cantieri, nelle fabbriche. Che ci si tolga la vita per un fallimento, che si perseveri nella diffidenza e nel razzismo nei confronti di chi appare diverso. Così i santi danno il buon esempio, fanno vedere come si fa, dimostrano che non è impossibile conservare un briciolo di umanità.