«Fu allora che ricordai che ero libera,

coraggiosamente libera»

(Hermana Águilas)

I desideri e l’inquietudine ti hanno fatta chi sei, diceva Pavese.

Se pensi ai tuoi desideri come già avverati, ma li pensi lucidamente pur senza dare retta al tuo lato cognitivo, l’Universo si muoverà totalmente in tuo favore, diceva il mio amico Attilio.

Se desideri fortemente qualcosa o qualcuno, il modo lo crei, mi ha detto ieri la più alta espressione di Sogno io abbia mai conosciuto.

A volte il guerriero della luce ha l’impressione di vivere due vite nello stesso tempo. C’è un ponte che collega quello che faccio con ciò che mi piacerebbe fare. A poco a poco, i suoi sogni cominciano a impadronirsi della vita di tutti i giorni, finché egli avverte di essere pronto per ciò che ha sempre desiderato. Allora basta un pizzico di audacia, e le due vite si trasformano in una, diceva Paulo Coelho.

Tu sei un guerriero della luce, mi scrisse un giorno la mia amica Loredana.

Dunque a volte tocca mettere insieme i pezzi, ripercorrere i disegni e risentire alcune voci.

Quando dicevo di non volere una cosa e la mia amica Teresa mi rispondeva che ero in errore, che se quella cosa era capitata doveva esserci un motivo e non potevo pretendere di vederlo subito.

Quando, sempre Teresa, insisteva dicendo che dovevo fare la cosa che faccio con più facilità di qualsiasi altra: rimboccarmi le maniche percorrendo la strada che mi era stata offerta. Qualunque fosse. Con costanza e dedizione; un giorno avremmo capito anche i perché ed avremmo scoperto che erano cose del tutto impensabili in quel momento.

E allora l’ho già detto in passato: impensabile ed impossibile non sono sinonimi.

C’è un dialogo che ha visto protagonista Hanna Harendt, suona così:Cosa si prova a poter esercitare influenza su così tante person?” – “Lei mi fa una domanda tipicamente maschile. Non mi sono mai posta il problema di esercitare influenza; a me interessa comprendere. E quando qualcuno comprende insieme a me mi sento appagata, come quando ci si sente a casa in un luogo”.

Ecco, la comprensione. La comprensione delle cose.

Pavese, Attilio, Loredana, Coelho, Teresa, il Sogno: avevano ragione tutti, nessuno escluso.

Ciò che mancava non era nemmeno la fede, ma qualcosa di ancora più grosso se vogliamo: la fiducia, quella incondizionata. Non è vero che avere fede basta, perché solo se ti affidi direttamente con la bocca dello stomaco e cammini sui carboni ardenti ogni santo giorno senza smettere mai, mai una volta, si sposta il velo e le cose iniziano a schiarirsi.

L’esercito delle anime, l’Universo si muove, la volontà di Dio è inarrestabile.

E puoi diventare un’anima, muoverti ed essere tu stesso inarrestabile solo grazie a quella spinta.

La fiducia.

La fiducia, popolo Qadosh.

Quella.

Non esiste più il potere della cognizione. Non esiste più il potere della ragione. Non esiste più niente. Esiste solo l’Amore. Anche se deve essere Amor Proprio.

Ve ne prego, amatevi. Senza mai mettervi al centro. Amatevi profondamente, non scavalcate nessuno, toglietevi di dosso la zavorra dei riflettori e della grandezza ad ogni costo, tanto se siete i migliori verrà fuori che voi lo vogliate o meno.

Da parte, sappiate stare in disparte senza mai dimenticare chi siete.

Ciò che è destinato a voi vi verrà a cercare.

Lo rifiuterete.

Userete lo stesso schema di ogni chiamato da Dio: il rifiuto, sempre, anche se non avete mai letto la Bibbia, lo farete.

Ma se siete stati scelti, se la strada vi ha trovati, con il cuore in mano vi dico di iniziare a camminare, perché per quante volte le direte di no, per quante buone ragioni sciorinerete, lei non si sposterà mai più da lì. Dovete percorrerla, alla fine c’è tutto quello che volevate e che mai niente o nessuno si è sforzato di darvi. Ciò che volevate davvero, intendo, ciò che non avevate mai nemmeno osato chiedere.

Tutto.

È tutto lì.

Ma serve fiducia.

C’è stato un momento

in cui mi sono persa.

Ho perso tutto quello che avevo

attaccato alla schiena,

i vecchi paradigmi,

forme,

maschere,

vergogna,

senso di colpa,

costumi

e le regole.

Ho perso ore e orologio,

calendario e aspettative,

le speranze e le certezze.

Ho perso tutto ciò che era,

tutte le inutili attese,

tutto quello che avevo cercato

e tutto quello per cui avevo camminato

e tutto ciò che è avevo lasciato sul ciglio della strada.

E così, nel perdere tutto,

ho anche perso la paura,

la paura di infrangere le regole

e le autocritiche feroci,

la paura della morte

e la paura della vita,

la paura di perdersi,

e la paura di perdere

E completamente nuda,

priva della vecchia pelle,

ho trovato un cuore

che vibra dentro ogni poro del mio essere,

un profondo tamburo

fatto di argilla, stelle e radici

il suo eco dentro di me

è la voce della Vecchia Donna,

fu allora che ricordai

battito dopo battito,

che ero viva,

eternamente viva,

che ero libera,

coraggiosamente libera.

(Hermana Águilas)


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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.