Alfonso Di Pasquale è stato, senza dubbio, un personaggio di grande rilievo nello scenario artistico-culturale della nostra Città. Il suo talento, oscuro alle giovani generazioni, ha contribuito a restituire un’identità sociale al territorio andriese del primissimo Novecento.

Nato nel 1899, Di Pasquale ha dato continuità all’innovativa tradizione pittorica, proseguendo il lavoro iniziato da altri artisti locali, quali Pàstina, Vaccarella e Tota. Riconosciuto, all’unanimità come il “maestro”, aveva combattuto sul Piave e a Vittorio Veneto, prima di iscriversi all’Accademia delle Belle Arti di Roma, città che lo ha accolto, nutrendolo di un classicismo che sarebbe sfociato nell’esaltazione di sublimi forme estetiche.

Tali forme trovavano la loro ragion d’essere nell’ordinata composizione di figure riscontrabili in opere come “Rosaria” o “Giuditta”, connotate da un senso della logica che guardava tutti dall’alto, dominante e fiero del proprio genio. In questa direzione sembrano andare raffigurazioni come “Concerto mascagnano” e “Bagno del cavallino”, lampanti paradigmi di una prospettiva che dalla visuale panoramica passa al primo piano del soggetto, in un gioco di chiaro-scuri tipici del De Chirico a cui Di Pasquale non ha mai nascosto di ispirarsi. Una stima reciproca tra i due, un’ammirazione tale che lo stesso De Chirico definì i colori usati da Di Pasquale “misteriose alchimie”.

Nell’olio su tela “La preghiera del mattino” predominante è la rigidità della suora che cozza con la surreale tranquillità dell’alba, simbolo di un classicismo che, in età matura, si fa più essenziale e conciso. Una sintesi che riaffiora ne “La Tranvia” e ne “La Primavera andriese”, in cui l’aria incontaminata della campagna traspira dalle cornici nostalgiche della sua terra.

Alfonso Di Pasquale muore nel 1987, molte sue opere sono state donate ed esposte nella Biblioteca Comunale “G. Ceci”, di Andria, con l’auspicio che il genio di un nostro concittadino possa diventare, soprattutto per gli adolescenti, un meraviglioso ed introspettivo libro aperto.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.