“Da oggi in poi comando io, se no, vi p… in bocca”: chi parla non è un losco figuro che minaccia delle prostitute in condizione di schiavitù; non è neanche un boss mafioso che si rivolge ai suoi picciotti. A pronunciare queste parole, secondo quanto si legge nell’ordinanza di arresto che lo riguarda, sarebbe stato un senatore della Repubblica, nonché presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama, il sen. Antonio Azzollini. Ma a lasciare esterrefatti è la notizia che destinatarie dell’atto “intimidatorio” sarebbero state nientemeno che delle suore, le religiose che prestano servizio presso la Casa della Divina Provvidenza, a Bisceglie.

A confermarlo ai magistrati ci sarebbero almeno due testimoni oculari. Neanche Dante e i poeti del “dolce stil novo”, o piuttosto il giullare Cecco Angiolieri, sarebbero stati capaci di tanta raffinatezza. Peraltro, in rete impazzerebbero estratti di altre intercettazioni, tutte da verificare, con espressioni irripetibili e degni di un film a luci rosse.

La frase incriminata sarebbe stata pronunciata anni fa e avrebbe coloritamente, e volgarmente, inaugurato “la stagione del potere azzolliniano sulla CdP, una stagione caratterizzata dall’innesto all’interno della Congregazione di tre uomini (Belsito, Di Terlizzi, e successivamente De Bari) deputati ad amministrare l’Ente secondo i dettami del politico, a controllarne quotidianamente gli affari, a pilotare assunzioni e rapporti negoziali, con tanto di trasmissione in anteprima al politico dei principali provvedimenti attinenti la gestione (bilancio, piano di concordato, progetti di esubero del personale, ecc.)”.

Al punto di creare un buco di 500 milioni di euro nel bilancio della Casa.

“Il potere azzolliniano” si sarebbe così esercitato, in maniera indisturbata, già a partire dal 2011. Da quel momento, le assunzioni alla Casa sarebbero state ispirate a “logiche clientelari”, come scrive ancora il Gip di Trani nell’ordinanza d’arresto che colpisce una decina di persone tra cui, come si è già scritto, lo stesso senatore.

Fin qui la cronaca.

Le reazioni? Se possibile, più “sorprendenti” della notizia. Il PD, per bocca di Orfini e con l’avallo di Renzi, si dice pronto a votare a favore dell’arresto, ma solo dopo aver “valutato le carte”. Ncd, guarda caso, fa muro: Quaglierella e Cicchitto bacchettano Orfini per essersi sbilanciato “pregiudizialmente” e dal leader di Ncd Alfano nessuna istanza di dimissioni del senatore Azzollini, che non molla neppure la presidenza della Commissione Bilancio del Senato.

Nel frattempo, assenti Ncd e Forza Italia, la Giunta per le Immunità del Senato ha già fissato l’ordine dei lavori, come ha annunciato Dario Stefano (Sel) che la presiede: si comincerà ad esaminare la richiesta di arresto per Antonio Azzollini martedì 16 giugno, alle ore 20. Dopodiché, “si proseguirà, probabilmente fino al 24 giugno, con due sedute a settimana”. In altri termini: è prevedibile che il pronunciamento finale sull’autorizzazione parlamentare all’arresto del senatore arrivi prima della fine dell’estate.

Il diretto interessato? Su Affaritaliani.it, si dice “serenissimo”, precisa che “la legge non prevede” l’obbligo delle sue dimissioni e che non intende fare “commenti sui procedimenti” che lo riguardano e aggiunge che si difenderà in Giunta.

Certo è che, il giorno in cui le accuse fossero confermate, sarebbe bello conoscere anche i commenti delle suore oggetto, stando alle intercettazioni, di così raffinate attenzioni.


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...