Sono mesi che non scrivo qui, mesi durante i quali ho preferito il silenzio. Il silenzio che è una pienezza che conserva in sé le parole e gli sguardi di chi ti circonda.

Ho rispettato anche quel silenzio che appariva come vuoto, non c’era nulla o mancava qualcosa. Ho preso del tempo per ascoltarmi, ho scoperto una grazia nuova: la bellezza del restare soli con se stessi senza provare alcun imbarazzo.

È stato anche un silenzio carico di rabbia e ho dovuto lavorare molto per non perdere la speranza. Il futuro, in questo periodo di campagna elettorale, mi è apparso pesante, buio. Ho fatto molta fatica, ho osservato, ho fatto silenzio, ho letto e non ho fisicamente partecipato a nulla per scelta che è libertà e presenza verso se stessi. Non sono perché mi vedono, ma sono perché esisto prima di tutto per me stessa.

In questo silenzio ho sognato, ancora una volta, il mondo che vorrei e forse ancora una volta per errore ho capito non essere né un sogno né utopia, ma la realtà che voglio realizzare.

Il silenzio a volte è estremamente ingombrante. Rimbomba tutto. Ogni singolo respiro è amplificato. Il silenzio è un dono prezioso.

In questi mesi sono diventata zia di una meraviglia di nome Clara ed è per lei che continuerò a credere che il mondo sarà un posto migliore perché degno di accogliere la sua vita che mi è preziosa.

Avrei potuto scegliere un argomento qualsiasi, ma non credo sia necessario scrivere, credo sia necessario scrivere per raccontare.

In silenzio, che ora è parola.


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