Il calendario liturgico al 2 febbraio riporta: “Presentazione di Gesù al tempio”; ma da vari anni, proprio in questa occasione, si celebra la giornata dedicata alla vita consacrata che vede nel rito della celebrazione della luce il suo momento culminante: il consacrato come luce e sale della terra.
Dietro la figura del consacrato, che nel corso della storia ha avuto svariate forme, da quella monastica alle attuali esperienze secolari, c’è quella volontà di ricercare la perfezione evangelica attraverso la pratica dei consigli evangelici di castità obbedienza e povertà che oggi necessitano di una rilettura, libera da incrostazioni obsolete, sviluppando non solo risposte alle sfide attuali, ma soprattutto elaborando analisi, che non siano autoreferenzianti. Ma i tre voti religiosi sono solo all’appannaggio di frati e suore? Proviamo a rileggerli.
La castità, quindi la purezza, non è che trasparenza: quella limpidezza interiore, di mente e cuore, che fa bene agli altri con cui viviamo e che incontriamo; un valore da riscoprire e vivere a tutti i livelli… in famiglia, con se stessi, in politica, nel lavoro, nel sociale. Tale limpidezza e serena e trasparenza diventa da sé… annuncio!
L’obbedienza: il termine deriva dal latino obbedire composto da ob dinanzi e audire prestare ascolto. L’obbedienza parte dall’ascolto. Per ascoltare e quindi recepire, meditare e poi rispondere occorre il silenzio. Charles de Foucauld diceva che con l’ascolto ci si affaccia sull’essere dell’altro … è un po’ farsi suo fratello o sorella… Obbedire a chi? Prima di tutto alla vita: è un servire la Vita perché ci sia Vita; questa è una seria e responsabile espressione di grande maturità.
La povertà è uno “spossessarsi” per un dono che viene fatto e che può trasformarsi in reciprocità arricchente: vuole essere un piccolo segno lanciato a coloro che sono sempre alla ricerca sfrenata di sicurezze e certezze. La povertà è anche un paziente uscire da se stessi: passo, passo, senza sapere subito dove andare, in ascolto e con una confidenza infinita in un Assoluto che si è scelto come compagno di viaggio. Liberi da pesi troppo ingombranti potremmo far tesoro di quei volti e di quelle storie incontrate lungo la strada della vita.
Alla vita consacrata le chiese di Puglia, nel ‘98, hanno dedicato il 2° convegno ecclesiale con il tema: La vita consacrata in Puglia: una ricchezza delle chiese, una risorsa della società, a cui ha fatto seguito la nota pastorale dal titolo Consacrati, profeti nelle Chiese di Puglia che ha aperto nuovi scenari in cui la vita consacrata è chiamata a non perdere la propria identità, ma a riqualificare il proprio ruolo e a rideterminare le proprie funzioni andando oltre le frontiere del sacro, affinché la stessa società non venga impoverita. Dietro la vita consacrata c’è un desiderio: speriamo che i riflessi del cielo continuino a splendere sulla terra.