
A Fabio la vita sfugge tra le mani. Ma Fabio potrebbe essere ciascuno di noi…
Il romanzo di Stefano Iannaccone, ad Andria, presso il Circolo dei Lettori, questa sera, ore 19.30
Trentenni malati, cinici, imbroglioni imbrogliati, disorientati e disorientanti: potrebbe essere questo il ritratto “ideale”, carico di stereotipi, che emerge dalle vicende di Fabio, il protagonista di Fuori tempo massimo, il nuovo romanzo di Stefano Iannaccone (ed. La Bottega delle parole 2015).
L’autore è riuscito nell’impresa, non semplice, di farci contemporaneamente amare e odiare il suo protagonista: confuso, confusionario, ipocrita, incoerente e, direbbe Svevo, “inetto”, dalla testa ai piedi.
Attenti però a sbilanciarsi in giudizi affrettati: Fabio potrebbe essere ciascuno di noi, magari non solo tra i trentenni, magari anche tra i cinquantenni e o tra chi i 50 li ha passati da un pezzo. La sua sindrome di Peter Pan, il suo non poter amare Valeria, semplicemente perché perfetta, la sua voglia di trasgressione colmata dall’iniziativa della sexy Roberta, che lo seduce e si conquista così il posto di segretaria, la sua indulgenza nei propri confronti e la sua intolleranza quando si tratta non più di metterle, le corna, ma di subirle, sono tratti che magari potremmo ritrovare, in toto o in parte, anche nelle nostre esistenze, se solo avessimo il coraggio di farci un serio esame di coscienza, prima che sia la vita a costringerci a farlo.
In effetti, a Fabio capita proprio così: gli eventi avvengono prima che lui li decida e (quasi) senza sua premeditazione. Avvengono anche quando impugna una pistola, passatagli da Filippo, un “amico” davvero sui generis, avvengono quando la storia con Valeria va a pezzi, avvengono quando perde il lavoro, avvengono quando l’intera vita gli va in frantumi e lui sembra uno spettatore spaesato che si trova lì, di passaggio, a osservare la rovina altrui, non la propria.
In fondo, Fabio è solo un trentenne “fuori tempo massimo”: la vita gli sfugge, con la stessa velocità delle bordate del suo idolo Roger Federer, prima ancora che egli impari ad esserne protagonista ed è proprio questo il paradigma che, come dicevamo, può interessare più di uno tra noi lettori. È questo il motivo per cui un essere che ci appare, a prima vista, spregevole, non meritevole della nostra attenzione, rischia di trovarci suoi avvocati difensori perché difendere Fabio significa, in fondo, difendere le nostre ipocrisie, proprio quelle che la penna di Iannaccone, così come le domande di Lara, la nipotina del protagonista, di soli due anni, è così abile nel mettere a nudo.
A proposito della penna di Iannaccone: lo stile è friendly, agile, giovanile, solo apparentemente scanzonato. Si intravvede, dietro quella del romanziere, l’esperienza del giornalista che scrive per il Journal, Gli Stati Generali, IlFattoQuotidiano.it, Excite e YOUng. Nato ad Avellino nel 1981, Stefano Iannaccone vive a Roma e nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, Andrà tutto bene (ed. La Bottega delle parole).
L’autore sarà ad Andria, questa sera, inizio ore 19.30, presso il Circolo dei Lettori, in via Flavio d’Excelsis, 22, per presentare proprio Fuori tempo massimo. Ingresso gratuito. Mi raccomando: siate puntuali!