Perchè Salvini è così feroce sul tema immigrazione? Perchè è l’unica sua ragione politica
Caro Direttore,
il nuovo anno si è aperto come si era chiuso il vecchio: quindi di nuovo c’è poco, se non la progressione del calendario. Al centro della scena, c’è sempre l’uomo che meglio sa sfruttare la dabbenaggine di questo povero Paese: il ministro vestito da poliziotto, Matteo Salvini che si tira dietro quel nulla di Giggino Di Maio, ministro dei fanulloni.
Mi scuso per l’inutile e necessaria premessa, e vengo al dunque. Il decreto sicurezza, come ogni cittadino in buona fede sa, è una schifezza. Lo dico non per buonismo malinteso, ma perchè sono i fatti a dimostrarlo. Se una legge costringe a tornare in clandestinità immigrati che, grazie al permesso di soggiorno, sono di fatto cittadini, allora quel decreto è una schifezza per ragioni pratiche, non ideologiche. Clandestinità, infatti, vuol dire perdita dei diritti, ritorno all’arrangiarsi, manodopera per la malavita. I sindaci che rifiutano di applicarlo sbagliano? In punta di diritto sì, in punto di fatto ho qualche dubbio. Perchè un sindaco dovrebbe accettare l’aumento dei clandestini nel proprio Comune? Il problema esiste concretamente, e il decreto Salvini peggiora le cose. C’è da sperare che il conflitto aperto dai sindaci porti a un giudizio di merito e all’esame di incostituzionalità della legge.
Ma perchè Salvini è così feroce sul tema immigrazione? Perchè è l’unica sua ragione politica. Forse e senza forse è anche il suo tesoretto elettorale. Il medico per vivere ha bisogno di malati. L’avvocato, di criminali. Il nostro ministro dell’Interno ha bisogno di agitare spettri per mantenere il suo consenso. Al punto che quella testa vuota di Giggino, dopo aver compreso nel Reddito anche gli immigrati regolari, adesso continua a rassicurare il Truce che la norma non riguarderà gli immigrati. Perchè? Perchè il birraio del San Paolo teme che i voti razzisti finiscano tutti a Salvini, anche lui vuole la sua parte. E i parlamentari-caproni dei 5Stelle seguono in branco, tranne qualcuno che si è svegliato ed è stato espulso, De Falco per tutti. (Tra parentesi: giusta la battaglia di Giggino per ridurre gli stipendi dei parlamentari. A questo branco di incompetenti, non darei neanche lo stipendio di un bidello di scuola materna).
Il duello non tanto sotterraneo Salvini-Di Maio anticipa lo scontro delle prossime elezioni europee e nazionali, cioè la caduta di questo governo che ha fatto danni abbastanza per restare a lungo in vita. Di Maio vive sull’equivoco che i 5Stelle non sono né di destra né di sinistra: cosa vera in astratto, poi arriva la concretezza delle pulsioni, degli umori, degli interessi, concretezza che non resta a cavalcioni, dovrà scegliere. Il partito grillino inteso come Movimento non esiste più. Giggino e sodali hanno scoperto le regole della politica, ma praticano solo la parte peggiore: la propaganda. Il resto è tutto di là da venire, forse a marzo, forse ad aprile, forse…
Salvini sta portando a casa la destra populista, sovranista e razzista. Sta prosciugando il terreno berlusconiano e di chi spera in un futuro di governo del centrodestra a trazione Silvio. Salvini non lascia niente al caso: anche un bel selfie con i tifosi violenti e pregiudicati aiuta. Le curve degli stadi sono carburante per la macchina elettorale di una destra che si rispetti, diciamo così. Che gli immigranti si fotttino e anneghino pure. Il disegno è chiaro. Che ci sia qualche sindaco disobbediente non è uno scandalo, anzi. Scandalo che aiuta a distinguere chi vuol fare dei migranti cittadini con diritti e doveri, e chi vuol farne criminali ad usum Delfini.