Il grillismo è una sciagura inutile, che forse non ci meritiamo, ma non ci meritiamo neanche l’Ordine dei Giornalisti
Caro Direttore,
non essendo io assimilabile ai colori del governo sfasciogrilino, posso permettermi un elogio all’inutile onorevole Crimi che, in conto ai 5 stelle, chiede e minaccia l’abolizione dell’ordine dei giornalisti. Ora l’onorevole hotel a 5 stelle lo fa per rancore, ché altro il suo governo del cambiamento non sa fare; ma, per l’eterogenesi dei fini, propone una cosa giusta a sua propria insaputa.
Io, che all’ordine sono iscritto dall’agosto del 1972 del secolo scorso, non ho ancora capito perché ci debba essere un ordine per una professione che può fare chiunque, purché sappia leggere e scrivere, almeno in parte. Siccome non l’ho mai capito, mi impegnai molto nel referendum del 1987 per l’abolizione, ma il popolo, avendo ben altro cui pensare, ci fece mancare il quorum. In fondo, ordine o non ordine, che cosa cambiava al popolo? Un bel nulla.
Infatti nulla cambiò neanche per i giornalisti. E nulla poteva cambiare, visto che l’ordine, alle origini, lo aveva voluto il fascismo fra i primi atti del regime (1925 l’Albo dei giornalisti). Chissà perché il Duce aveva avuto questa simpatica idea. Un modo per controllare la libera stampa? Ma neanche per sogno… Insomma i giornalisti, in genere dotati di generici titoli di studio (anche la terza media), diventano ordine, come i medici e gli avvocati. Un salto non da poco nella società che conta, una greca da esibire per il lei non sa chi sono io. Perché, il nostro ordine sorpassa le professioni serie, si fa sacro come quello ecclesiastico. L’imposizione delle mani sana l’ignoranza.
Negli anni Sessanta del secolo scorso, l’ordine dei giornalisti si dà una dignità eleggendo alla presidenza gente come Virgilio Lilli, mentre gli ordini regionali si riempiono di mezze calzette, di faccendieri dell’accatto, di povere anime in cerca di spazio, todos caballeros. Un caravanserraglio che intasa l’informazione, creando aspiranti alla nullafacenza. Come se bastasse un Ordine per celebrare quotidianamente la messa della informazioni, che rimane un diritto primario per i cittadini, a prescindere dall’ordine. Ma la buona informazione ha bisogno di competenze, di conoscitori della realtà, di gente che ha studiato sul serio, e che adesso c’è grazie alle università, ai master all’estero, alla crescita del livello culturale. Ma l’ordine che aggiunge, se non i suoi corsi che servono solo a mettere sul mercato illusi e disoccupati?
Vabbè, poi c’è la gerarchia che governa, della quale taccio. E mi pento anche di aver grilleggiato sui miei esimi e numerosi colleghi. Bè, il grillismo è una sciagura inutile, che forse non ci meritiamo, ma non ci meritiamo neanche l’Ordine.