
Qui vige l’egemonia dell’acqua
dentro un silenzio che incespica
nell’intermittenza dello sciabordio.
Lo sguardo manifesta la sua ambizione anfibia,
realizza il miracolo del viaggio
fino all’orizzonte estremo dove la riga azzurra
e il cielo si danno baci sulla bocca.
Che si smarrisca quello sguardo,
che allunghi il passo fino al confine
dei cirri, s’aggrappi ai nembi,
infine cada a precipizio
lungo quel vuoto, dentro l’enigma,
inventario infinito di domande.