
Anche nella lentezza delle giornate calde senza troppi efficientismi
È esplosa all’improvviso, com’era prevedibile. Dopo una primavera turbolenta e stranamente piovosa, dai tratti autunnali, l’estate è arrivata in un colpo solo.
Qualcuno ha affermato incredulo di aver potuto riporre definitivamente le coperte e i maglioni soltanto a fine maggio. Qualcun altro si sta già lamentando del caldo afoso. Beh, se quel qualcuno è lo studente alle prese con il primo, grande, temibile esame della vita, quello di maturità, o con qualsiasi altro esame, o addirittura con la discussione di laurea, è più che comprensibile.
In realtà, a causa di esperienze recenti, il pensiero corre anche agli anziani e agli ammalati: il caldo sicuramente non aiuta. L’ozio stesso, tipico della stagione estiva, capace di rendere eterni i pomeriggi già allungati dall’ora legale, non è di massimo aiuto per chi soffre in modo particolarmente intenso la solitudine o la malattia.
Per cui sì, da loro si possono accettare le critiche ai disagi della bella stagione. Dagli altri no, assolutamente. Ma non perché sia vietato lamentarsi, assolutamente. Semplicemente perché bisognerebbe imparare a stare nei tempi senza lamentarsi troppo, accogliendo la naturale vocazione delle cose e cercando di trarre il meglio dai momenti vissuti. Del resto la parola estate l’invito lo contiene e lo rilancia tutto: e…state!
E state insieme, dopo le fatiche dell’inverno. E state senza troppi pensieri, senza troppe pretese, senza eccessivi calcoli e programmi, semplicemente state, anche senza far nulla. Chissà, magari è la volta buona per ascoltare un po’ di voi, soprattutto se non vi ascolta nessuno e nella vostra vita siete continuamente e perennemente chiamati a dedicare il vostro tempo agli altri.
E state sulle spiagge, a fare castelli sul bagnasciuga e ad esplorare quelli in aria dei vostri figli: prendetevi più tempo per stare con loro, per incoraggiarli nei loro progetti, per cogliere quei dettagli che, forse, nella routine dei mesi passati vi siete persi. State anche coi vecchi, quelli seduti fuori casa o nelle panchine di piazza, nonostante il tg raccomandi severamente loro di stare in casa; gustate le loro storie con la stessa avidità con la quale la frenesia del fare vi assilla e vi illude che queste piccole cose siano una perdita di tempo.
State nella vostra casa e nei vostri luoghi come stareste nella vacanza dei sogni, quella che probabilmente non potete permettervi perché è un momento difficile. Inventatevi e reinventatevi balconi e giardini come fossero i parchi e i paradisi più belli e inesplorati del mondo. È possibile: “sotto il braciere di casa si nasconde un tesoro”, dice il grande Buber ne Il cammino dell’uomo.
Se invece in vacanza potete andarci, stateci come se foste a casa: con la stessa cura per l’ambiente, per le persone, per gli animali. Trattate le cose come fossero realmente vostre, lo meritano; e ricordate che mentre voi siete in ferie, qualcun altro sta lavorando per voi. E non è pietismo o senso di colpa, ma semplice, squisita, genuina umanità.
State nella lentezza delle giornate calde senza troppi efficientismi, perché si ha bisogno della lentezza…come in quella storia di Sepulveda nella quale una lumaca capisce, in un lungo peregrinare, l’importanza di essere lenta e le straordinarie possibilità del suo passo. E state a sera sotto le stelle, a cercare la rotta per l’isola che, ancora, non c’è: potrà esserci quel sogno se lo volete, se avrete il coraggio di guardare e amare le strade sterrate della vita come si guarda e si ama un cielo stellato e limpido.
E state nell’odore dei temporali estivi, quando l’asfalto e la terra roventi, accarezzati dalla pioggia improvvisa, rilasciano un odore forte e inconfondibile, quando un tuono vi desta dall’abitudine al bel tempo e vi ricorda solennemente di baciare e mordere la vita ogni giorno come se fosse la prima, l’unica e l’ultima volta che lo fate. Non perché qualcosa sia sempre in agguato, ma perché l’abitudine è disumanizzante. State, però, nelle cose di sempre: perché sfatare l’abitudine non significa rincorrere continue novità come bambini capricciosi, ma reinventare il quotidiano, sempre alla ricerca di quel tesoro sotto il braciere.
E state. Semplicemente. Buone vacanze a tutti!