
Poveri ieri, oggi…e per sempre? I dati del 2015
Come preannunciato da Odysseo, si è tenuta ierisera, presso il cortile di Casa Accoglienza “S. Maria Goretti”, ad Andria, in via Quarti, la conferenza pensata per presentare i numeri della povertà in città e in Italia. Scrive don Geremia Acri, responsabile della casa:«Lo scenario descritto dal rapporto ISTAT sulla povertà in Italia nel 2015, pubblicato lo scorso 14 luglio, racconta di un’Italia sempre più povera: sono un milione e 582mila le famiglie e 4 milioni e 598mila le persone che vivono in condizioni di povertà assoluta».
Naturalmente, diversi sono i fattori che concorrono a determinare situazioni di povertà assoluta: la zona geografica di appartenenza, il numero di persone del nucleo familiare e il titolo di studio. Nel Meridione le famiglie in povertà assoluta sono 744mila, specie laddove il nucleo familiare ha più di cinque persone.
E il lavoro non sempre basta: in aumento i working poor, coloro che lavorano, ma non guadagnano abbastanza per mantenere la propria famiaglia.
Focus su Andria. Amare le parole di don Geremia: «Anche nella nostra Città, nel corso dell’anno 2015, sono cresciute vertiginosamente le segnalazioni giunte al centro d’ascolto della Casa di Accoglienza “S. Maria Goretti” da parte di famiglie andriesi in difficoltà. Nel 2015 si sono rivolti mensilmente a Casa Accoglienza circa 840 cittadini, di cui 720 residenti e 120 migranti, e sono stati erogati circa 24.000 pasti al mese, di cui 18.000 pasti caldi a domicilio solo per residenti e famiglie. Per comprendere la crescita vertiginosa del fenomeno, basti pensare che nell’anno 2010 sono stati erogati 114.127 pasti, mentre nel 2015 lo stesso dato si è quasi triplicato, arrivando a raggiungere 311.688 pasti annui; a questi si aggiungano poi gli oltre 20.000 sacchetti viveri, contenenti beni di prima necessità, distribuiti nel 2015 solo ai residenti, a fronte dei 7.000 del 2010».
Eccovi alcuni dati relativi ai servizi resi nel 2015.
CENTRO DI ASCOLTO E SERVIZIO ACCOGLIENZA MIGRATI
/ | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |
Migranti | 1.776 | 2.345 | 2.331 | 1.631 | 1.542 | 1.415 |
Italiani | 2.220 | 3.121 | 4.782 | 6.282 | 7.554 | 8.689 |
TOTALE | 3.996 | 5.466 | 7.113 | 7.913 | 9.096 | 10.104 |
MENSA DELLA CARITÀ E PASTI CALDI A DOMICILIO
2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | |
Colazione per migrati e residenti | 14.735 | 22.396 | 28.244 | / / / / / / / | / / / / / / / | / / / / / / / |
Pranzo solo per residenti | 2.106 | 2.654 | 3.011 | 3.381 | 3.876 | 4.656 |
Pasto Caldo a “domicilio” solo per i residenti e famiglie | 60.942 | 88.475 | 116.417 | 158.882 | 182.724 | 219.276 |
Cena per migrati e residenti | 36.344 | 53.594 | 69.746 | 71.239 | 78.360 | 87.756 |
TOTALE | 114.127 | 167.119 | 217.418 | 233.502 | 264.960 | 311.688 |
SERVIZIO SACCHETTI VIVERI
/ | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |
Adulti | 7.164 | 10.588 | 10.961 | 14.798 | 17.016 | 20.424 |
Neonati | 1.164 | 1.455 | 1.748 | 2.360 | 2.700 | 3.240 |
Conclude amaramente don Geremia: «Da questi numeri si evince chiaramente che le difficoltà, connesse ai servizi offerti, riguardano prevalentemente i cittadini italiani residenti nella nostra città. Una situazione che dovrebbe far riflettere soprattutto coloro che negli ultimi anni hanno affrontato superficialmente la questione, cercando il capo espiatorio su cui far ricadere le responsabilità rispetto alle mancate risorse a disposizione utilizzate. Una divisione tra poveri di serie a e di serie b che allontana ulteriormente le persone e danneggia quella catena di solidarietà che oggi risulta essere lo strumento più importante per la nostra comunità cittadina».
Soluzioni? Eccole: «Ciò che andrebbe ridiscusso invece, per tentare di fermare l’aumento dei processi di impoverimento che stanno travolgendo quote sempre più ampie di popolazione, sono le misure di contrasto alla povertà che attualmente vengono ancora disposte dalle varie istituzioni. Parliamo di soldi elargiti singolarmente alle varie categorie esclusivamente sulla base delle differenze di reddito, ritenuto il criterio principale per la costruzione stessa degli indici di misurazione della povertà, tralasciando gli aspetti relazionali dell’esclusione sociale e la qualità relazionale dei nuovi bisogni. Si tratta di misure inefficaci e temporanee che non portano a soluzioni proattive e durature per il cittadino».
E ancora: «In accordo con questa visione di povertà intesa come l’unione di bisogni sia materiali che trans-materiali, diventa quanto mai importante pensare alla coesione sociale, intesa come ricostruzione dei legami a partire dalle istituzioni economiche, culturali, politiche e civili, come una parte importante di azione al superamento e alla risposta al problema delle nuove povertà. È fondamentale continuare a rafforzare con ogni mezzo la rete sociale che tiene assieme le persone, grazie anche al supporto di tutti i soggetti che lavorano nel terzo settore. Solo attraverso l’aiuto reciproco e l’ascolto attivo si può conoscere bene un problema, comprenderne le sue complesse sfaccettature e saperlo affrontare con gli strumenti opportuni».
Crede nelle relazioni umane, don Geremia, ha un debole per i deboli, spera nella coesione sociale, nella rete delle persone, non in quelle virtuali, è capace di chiedere e dare aiuto, di levare la sua voce profetica e di porsi in ascolto: sarà per questo che, a dispetto dell’oceano di sofferenza che ogni giorno lo attraversa e prova a sommergerlo, a dispetto degli evidenti segni di stanchezza che gli si leggono sul volto, non perde mai il suo sorriso.
Il sorriso di don Geremia: la speranza per tanti, la denuncia per tutti gli altri.