
di Isabel Allende
La scrittrice in questo romanzo ci mette a conoscenza del torbido e lungo periodo vissuto in Cile dopo il golpe di Pinochet.
Il colpo di Stato da parte dell’esercito e della polizia nazionale avvenuto l’11 settembre 1973 che ha rovesciato il governo democraticamente eletto presieduto da Salvador Allende.
Una dittatura feroce, repressiva quasi fino all’inverosimile.
In questo sottofondo drammatico incontreremo Irene e Francisco impegnati nella ricerca di una ragazzina scomparsa e loro malgrado si troveranno a fare scoperte sconvolgenti che cambierà loro la direzione del proprio destino.
La scrittura dell’Allende scorre lieve, delicata, lasciandoci lunghe ed esaustive descrizioni che mostrano una poeticità unica anche nelle immagini più cruente. Il dolce miele salvifico dei sentimenti, si mescola al “realismo magico“, tecnica descrittiva in cui gli avvenimenti strani, assurdi o paranormali vengono riportati come eventi normali.
Un racconto che ci svela l’animo tenero e provato di Isabel, donna straordinariamente forte. Ecco cosa è per lei la scrittura: “Per me la scrittura è sempre stata terapeutica, perché mi permette di esorcizzare alcuni dei miei demoni, trasformando in forza gran parte del dolore e delle sconfitte. Di certo scrivo perché mi piace, perché se non lo facessi la mia anima inaridirebbe, e morirei.”
Ogni romanzo di questa scrittrice non è semplicemente un romanzo ma un pezzo del suo cuore.