L’ultima trovata di Cric e Croc è un condono detto “pace fiscale” per gli evasori fino a 5 milioni di euro (avete letto bene)

Caro Direttore,

conosco un paio di parlamentari della Repubblica, ridotti alla fame dal taglio dei vitalizi, l’orrore degli orrori. Parlo, in particolare, di un ex-operaio che ha fatto due legislature e che campa/va con i suoi 3mila euro circa di pensione-vitalizio. Parlo di centinaia di ex-parlamentari che, a suo tempo hanno sospeso un lavoro redditizio, per rendere un periodo di servizio al Paese, e poi magari sono tornati a un lavoro che non era più redditizio come quando lo avevano lasciato. Naturalmente, la condizione non è stata la stessa per tutti, altri, non ex-operai, hanno migliorato il loro livello di vita. Adesso, dopo la mannaia lego-grillina, settecento ex-parlamentari hanno fatto ricorso alla giustizia per riottenere il maltolto. Credo che vinceranno il ricorso, e lo sanno anche i nostri prodi (sempre con la minuscola) Salvini e Di Maio che hanno congelato i 42 milioni dei tagli, in attesa di sentenze.

Questo, insieme alle pensioni dette spregiativamente “d’oro”, è un altro segnale di allarme, a mio parere. E’ una prova-finestra su gruppi limitati dei cittadini per scardinare regole garantite dalla Costituzione italiana e dalle leggi. Cioè: in un determinato periodo della vita di un cittadino, lo Stato si impegna, a determinate condizioni, a garantirgli il futuro, avendo il cittadino contribuito alle casse pubbliche con tasse e versamenti previsti all’epoca del Patto (maiuscola). La credibilità dello Stato dipende dalla sua lealtà, dall’onore della parola data per iscritto e per legge. Il Patto varrà finchè Dio non deciderà di chiudere su questa terra la vita, grama o generosa, del malcapitato. Può anche accadere che, in tempi di magra, lo Stato chieda al cittadino-pensionato di dare una mano per un periodo, com’è accaduto con la legge Fornero. Questo mi sembra giusto, ancorchè non molto piacevole per il malcapitato, ma giusto.

Questo accade nelle democrazie. Lo stravolgimento delle leggi, lo scardinamento dei diritti acquisiti col famoso Patto, è quello che accade nelle dittature fasciste o comuniste. Ecco perchè lo stravolgimento delle regole passate ha un pessimo odore. La tecnica Di Maio-Salvini non è diversa dalle dittature striscianti, e “votate dal popolo”. Si comincia a colpire gli ex-parlamentari, che sono poche centinaia, non lontani dal traguardo del paradiso e dell’inferno. Pochi e simbolici, da abbattere. Poi si passa ai pensionati “d’oro”, metallo che acceca invidiosi, nullafacenti e compagnia cantante. Quanti saranno? Ccentocinquanta, duecentomila? Un pezzetto non significativo ma simbolico, sul quale provare la forza degli sfascisti. Poi verrà il turno di qualche altra categoria, non a caso. L’importante sarà intimidere gli oppositori e i meno garantiti. Importante è anche tenersi buoni i grandi evasori. L’ultima trovata di Cric e Croc è un condono detto “pace fiscale” che consente agli evasori fino a 5 milioni di euro (avete letto bene) di sanare la propria posizione con il 10 per cento, cioè 500mila euro (avete letto bene).

Vedi, caro Direttore, è legittimo che i nuovi governanti vogliano dare nuove regole al Paese, il popolo li giudicherà alla fine. Non sono preoccupato da questo. Sono preoccupato piuttosto da questo demolire un po’ per volta quel Patto di cui dicevo prima. Perchè togliere certezze a chi le ha conquistate con fatica (anche gli ex parlamentari, anche i pensionati d’oro), è uno squillo di tromba che non annuncia nulla di buono. Fondere insieme fascismo ed esproprio proletario è il disegno delle fallimentari dittature che riducono il popolo in miseria. E dopo, caro il mio popolo gialloverde, saranno davvero lacrime e sangue per tutti, e soprattutto per i più deboli. Che tanto gli evasori se la cavano anche con il Cambiamento.


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Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).