Storia di una ideologia nazionalista, quella del BJS
Non è passato inosservato il clima affettuoso, con tanto di selfie, dell’incontro fra il leader dell’India (Bharat), Narendra Modi, e la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni. L’ultimo numero di Limes (8/2024) suggerisce un atteggiamento più attento nel considerare l’evidente interesse del nostro attuale Governo per l’India di Modi.
Certamente fa bene il Governo italiano a tenere in considerazione o, meglio, a fare in modo di essere considerato adeguatamente dal Paese più popoloso del mondo, che ha lanciato un programma di sviluppo senza precedenti con la data simbolo del 2047, centenario del Bharat liberato dal colonialismo inglese con l’insostituibile contributo del più grande leader pacifista della storia, il Mahatma Gandhi.
Ben altre riflessioni impone, però, la lettura del bel saggio di Tommaso Bobbio “La reinvenzione della storia”, che descrive il percorso ed il progetto politico di Narendra Modi e del suo partito, il BJS (Bharatiya Janata Party).
Modi nacque in una casta povera nel 1950; mentre era al governo Sonia Gandhi, è stato il più importante leader dell’opposizione; ha vinto le elezioni nel 2014 e da allora è al governo del suo Paese.
IL BJS si ispira all’ideologia hindutva, l’ideologia nazionalista che propone un’aderenza totale fra l’essere indù e l’essere indiano, escludendo tutti gli altri, specialmente musulmani e cristiani. L’hindutva era il punto centrale del pensiero di V.D.Savarkar (1883-1966) e fu un suo sostenitore ad uccidere nel 1948 il Mahatma Gandhi, fautore dell’integrazione fra hindù e musulmani.
Il leader Modi ormai da 10 anni sta portando avanti una decisa politica di riscrittura della tradizione culturale dell’India, secondo cui l’India è oggi e da sempre la terra degli indù. Chiunque studi la lingua sanscrita o la storia dell’India sa che la religione induista, i Veda, sono il portato di genti provenienti dall’Asia centrale che sottomisero e colonizzarono anche culturalmente le popolazioni già insediate nella penisola indiana.
Come osserva giustamente T.Bobbio “si spazzano via con un rapido colpo di spugna le innumerevoli contaminazioni reciproche, i secoli di scambi, incontri, rapporti e ibridazioni, non certo sempre pacifiche, ma che raccontano di un panorama sociale, culturale e spirituale molto più variegato e sfumato”.
Scopriamo poi che nel 2023 l’ente indiano che supervisiona i programmi scolastici ha fatto modificare il resoconto sull’omicidio di Gandhi in alcuni libri di testo, cancellando il fatto che l’assassino era un membro del partito hindutva dell’epoca, l’RSS. È cominciato il revisionismo su Gandhi, mentre in alcuni centri di aggregazione dei nazionalisti sono comparse statue di quell’assassino.
Alcuni studiosi occidentali (Wendy Doniger, Audrey Trushke) e l’indiana Romila Thapar sono stati attaccati, anche fisicamente, perché sostenevano idee contrarie alla retorica fondamentalista.
Nel frattempo “le associazioni legate all’RSS e all’idea di hindutva puntano posizioni chiave in istituzioni nazionali e locali che in modi diversi sovrintendono alla produzione di saperi, fonti e narrazioni del passato”.
Il quadro si fa ancora più chiaro con l’editoriale “Modiche ambizioni”, che racconta sia i forti legami che il fascismo intrattenne con il leader nazionalista contemporaneo di Gandhi, S.Chandra Bose (1897-1945), sia la matrice nazionalista dell’Istituto per il Medio e l’Estremo Oriente, presieduto da Giovanni Gentile e animato da Giuseppe Tucci sia il fatto, poco noto, che Mussolini si interessò dell’India fino all’ultimo, anche a Salò.
Dunque guardando l’immagine della Meloni che si fa un selfie con Modi, abbiamo il dovere di riflettere su questa strategia comunicativa che nasconde ben altra serietà e gravità di intenzioni. Stiamo parlando di egemonia culturale, di manipolazione della storia e dei simboli, che oggi può avvenire e avviene in quantità e rapidità crescente grazie ai media vecchi e nuovi.
Proviamo ad immaginare quanto potere d’influenza può derivare da una gestione non democratica, “totalitaria” dell’IA e magari improntata ad una riscrittura nazionalista e intollerante della storia. Nello stesso tempo, apriamoci ad una più profonda comprensione del mondo attuale, prima di tutto nelle scuole!