«La brevità è sorella del talento»
(Anton Čechov)
Sono fermamente convinta che pensare di guardare Dio in faccia sia superbia (in realtà stoltezza), ma darGli le spalle per rispetto, funzionando al contrario e nello stesso modo storto alzare la voce e dirGli: “Tu sei pazzo!”, equivalga a renderLo felice per averLo compreso.
Del resto la misura della divinità sta in selem e demut, immagine e somiglianza: dove non c’è scampo e la via è nell’umana follia. Dove c’è tutto, ma in mano non resta niente, se non il coraggio di chi accettò tale condizione, fino al manicomio. Non voleva iniziare una fine, ma non voleva neanche veder finire un inizio. Probabilmente, in breve, ciò che chiedeva era solo continuare.
“Io passo sempre il mio tempo
a pensare a quanti omicidi
posso fare in un giorno.
La mia giornata è persa
se non riesco a uccidere
almeno una persona.
Con il pensiero, naturalmente.”
(Alda Merini)