Poetessa di origine cubana, italiana di adozione. Stiamo parlando di Yuleisy Cruz Lezcano, autrice della silloge “Di un’altra voce sarà la paura” (Leonida Edizioni), un impegno letterario in favore delle donne vittime di violenza, un modo per creare quella sensibilità nelle persone, soprattutto uomini, necessaria per il cambiamento culturale, per giungere, si spera, alla drastica diminuzione di questo fenomeno. A distanza di un anno dalla sua pubblicazione, “Di un’altra voce sarà la paura” è stato presentato al Palafiori di Sanremo nell’ambito di CasaSanremo Writers.

Ciao, Yuli. Come definiresti la strada percorsa dal tuo libro “Di un’altra voce sarà la paura” per arrivare al Palafiori di Sanremo?

Solo un anno fa veniva pubblicato questo mio libro, in cui si ritrovano coinvolgimento emotivo, impegno sociale ed empatia alla massima potenza. In tutti questi mesi il mio impegno maggiore è stato dare massima visibilità e divulgazione al messaggio in esso contenuto, ho scritto centinaia di mail ad associazioni, librerie, assessorati alla cultura, giornali, riviste, biblioteche, radio ed emittenti televisive chiedendo un’occasione per divulgare il mio libro ed ho avuto possibilità di parlarne sotto forma di interviste ed articoli, oltre a presenziare ad eventi di lettura e presentazioni del libro stesso. È stato un percorso difficoltoso e molto impegnativo per me e la mia famiglia che mi ha sempre supportato e accompagnato, anche fisicamente in tante località in Italia. Sento che il mio impegno deve continuare perché dare voce alle donne vittime di violenza è uno dei modi per creare quella sensibilità nelle persone, soprattutto uomini, necessaria per il cambiamento culturale che porterà alla drastica diminuzione di questo fenomeno fino, spero, alla completa assenza di questa violenza.

È stato un percorso pieno di eventi e collaborazioni significative, poiché ho sempre sentito quanta partecipazione e solidarietà verso le vittime di violenza, erano presenti nelle persone che ho incontrato. Credo, senza rischio di smentita, che queste siano cresciute emotivamente … accanto anche a me, ovviamente. È stato un dare e avere, uno scambio continuo, di quello che per me rappresenta la poesia, come attimo di fusione delle anime.

In quest’ottica l’invito al Palafiori di Sanremo nell’ambito di CasaSanremo Writers, è stata una sorpresa ed una grande felicità, data la vetrina che questo contesto può offrire. In ottica di divulgare il mio messaggio di impegno sociale è una occasione unica e irripetibile e vivrò questa esperienza al massimo delle mie forze ed impegno.

In che modo sei riuscita a raccontare storie vere di fragilità e violenza sulle donne in chiave poetica?

Lo strumento poetico è lo strumento che mi sento più congeniale per svegliare coscienze ed emozioni.  La poesia è uno strumento efficace perché crea immagini insolite. La forza di questa mia silloge non si radica nella sua avanguardia estetica, ma nel suo potere di evidenziare la violenza, la disuguaglianza e il vuoto dei rapporti umani. Per questo uso delle figure retoriche, impiegando molteplici metafore che rinviano sempre a un mondo crudo, ad un mondo che materializzo, rendendo corporea la violenza, con immagini vive, quasi offrendo una personificazione della violenza stessa.

Forse il lettore attento assemblerà tutti gli elementi, come per esempio gli artigli o tutti gli animali, non a caso nella mia raccolta si ritrova anche l’elemento dell’animalità, in senso positivo e anche in senso negativo: nello stesso tempo gli animali evocano e rinviano alla libertà agognata ad ogni costo e anche conquistata dalla donna, ma ci sono anche animali negativi che rinviano alla violenza. Le immagini forti che utilizzo sono immagini che danno corpo, rendono materiali le storie. Cerco, quasi come uno scultore, di dare forma, corpo e una struttura alla violenza, a quello che la cronaca racconta con un certo distacco e solitamente con una sola formula di violenza ed efferatezza. Quindi do alla violenza occhi, braccia, una forma che magari cambia in base alle diverse storie, ma che comunque unisco con un unico filo e con una unica voce poetica. In questo libro non solo ho creato mondi nuovi, ma ho cercato di puntare il riflettore sulla poesia riflessiva, pertanto molte volte nella forma la poesia si avvicina alla prosa, perché induce alla riflessione.

La poesia mi ha permesso poi di accedere alla nebulosa primitiva della parola, così ho potuto abbracciare l’oscurità più o meno irradiante delle emozioni. Mi rendo conto che sempre di più si fa arduo il giudizio di valori riguardo alla parola poetica, quando i valori in generale sono in crisi. È diventato complicato precisare quale sia il destino, la fatalità di ogni scrittore, dentro questa sovrabbondanza di parole e scritture, certo è che ora più che mai chi ama il linguaggio poetico deve avere più fiducia in se stesso.

Questo evento letterario, ospitato al Palafiori, ha rappresentato una celebrazione della scrittura come strumento di trasformazione personale e collettiva?

Devo essere sincera, non conoscevo l’aspetto di Sanremo come vetrina letteraria in concomitanza del Festival della Canzone Italiana. È stata una bellissima sorpresa di cui sono stata molto felice, poiché nell’ottica di divulgare il mio messaggio di sensibilizzazione e sviluppo di empatia verso le vittime della violenza contro le donne, è un’occasione irripetibile e fantastica.

Per me, come per tutti gli altri scrittori qui ospitati, avere la possibilità di trasmettere al maggior numero di persone il messaggio contenuto nella propria opera, nelle proprie parole è lo scopo primario e sento che eventi come questi, possano permettere quella fusione di anime per me indispensabile come respirare, mangiare o dormire… gli esseri umani, come disse il Sommo Poeta Dante “fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtude e conoscenza …” e sento in me che non potrei vivere senza scrivere o trasmettere il mio pensiero poetico. E in questo mi accorgo che gli eventi letterari, come quelli all’interno del Palafiori, sono in effetti occasioni in cui ci si possa sentire accresciuti emotivamente, in un certo senso trasformati, sicuramente in meglio, sia come persona che all’interno della collettività. Questa è la forza della poesia e della trasmissione delle emozioni tramite la parola.

Progetti futuri di resilienza, rinascita e innovazione?

Forse un saggio, che è già in cantiere, o forse un romanzo che è solo in testa per ora, ma sicuramente poesia e più poesia, finché io riuscirò a toccare la convergenza, la folgorazione, la respirazione stellare delle parole, finché i miei pensieri saranno abitati da pianeti sconosciuti, mettendo in evidenza il sortilegio, la respirazione delle immagini …

finché ad ogni ispirazione nascerà in me un nuovo quesito e finché non finisce l’interrogazione ad ogni aspirazione o inspirazione di quell’oscuro che cerca chiarezza nella parola, sentirò necessaria la poesia.


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