
«“Avete fatto voi questo orrore?”, chiese un ufficiale a Picasso davanti alla Guernica.
“No, lo avete fatto voi”, rispose Picasso»
A me fate paura.
Siete demotivati, alienati e senza entusiasmo.
A me fate paura.
Siete automi, siete silenti ed apparenti.
A me fate paura.
Sembrate normali adesso e diventate nevrastenici un attimo dopo.
A me fate paura.
Squilibrati, adeguati ed incazzati.
A me fate paura.
Faticate a spiegarvi, non avete parole e finite troppo presto i sinonimi: ammassati, isolati, depotenziati.
A me fate paura.
Reazioni uguali e opposte davanti allo stesso stimolo, dove tira il vento, dove si sposta la barca, dove arriva prima la mano di un protettore esterno.
A me fate paura.
Omologati, insoddisfatti, annoiati, deprivati.
A me fate paura.
Sguardi truci parlano di rispetto e cantano di amore: poi con violenza pretendono di essere riconosciuti nel loro diritto di poter essere qualcosa d’altro.
A me fate paura.
Siete frustrati.
A me fate paura.
Siete disordinati.
A me fate paura.
E fate paura, perché avete paura.
A me fate paura.
E leggiamo tutti lo stesso libro.
Uguali: questo siamo.
L’apatia, la follia, l’inettitudine, la fragilità e gli squilibri di ciascuno, in seguito alla mancata collaborazione di tutti gli altri.
Sempre, per sempre.
A me fate paura.