«“Avete fatto voi questo orrore?”, chiese un ufficiale a Picasso davanti alla Guernica.

“No, lo avete fatto voi”, rispose Picasso»

A me fate paura.

Siete demotivati, alienati e senza entusiasmo.

A me fate paura.

Siete automi, siete silenti ed apparenti.

A me fate paura.

Sembrate normali adesso e diventate nevrastenici un attimo dopo.

A me fate paura.

Squilibrati, adeguati ed incazzati.

A me fate paura.

Faticate a spiegarvi, non avete parole e finite troppo presto i sinonimi: ammassati, isolati, depotenziati.

A me fate paura.

Reazioni uguali e opposte davanti allo stesso stimolo, dove tira il vento, dove si sposta la barca, dove arriva prima la mano di un protettore esterno.

A me fate paura.

Omologati, insoddisfatti, annoiati, deprivati.

A me fate paura.

Sguardi truci parlano di rispetto e cantano di amore: poi con violenza pretendono di essere riconosciuti nel loro diritto di poter essere qualcosa d’altro.

A me fate paura.

Siete frustrati.

A me fate paura.

Siete disordinati.

A me fate paura.

E fate paura, perché avete paura.

A me fate paura.

E leggiamo tutti lo stesso libro.

Uguali: questo siamo.

L’apatia, la follia, l’inettitudine, la fragilità e gli squilibri di ciascuno, in seguito alla mancata collaborazione di tutti gli altri.

Sempre, per sempre.

A me fate paura.


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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.