Il precedente. A Crocetta, il Governatore della Sicilia, vengono attribuite intercettazioni poi smentite dalla Procura di Palermo. In una telefonata con Matteo Tutino, il suo medico, l’avrebbe sentito dire che Lucia Borsellino “Va fermata, va fatta fuori come suo padre”.
Nota bene: Lucia Borsellino è la figlia di Paolo ed è stata assessore alla sanità della giunta Crocetta fino a giugno scorso, quando si è dimessa.
L’annuncio. Manfredi Borsellino, il fratello di Lucia e commissario di polizia a Cefalù, ha dichiarato: “Il 19 luglio? Non ci sarò. Mi sono messo di turno al lavoro, a cercare di fare qualcosa di concreto, non ho tempo per commemorazioni senza senso”. Il suo esempio è peraltro lo stesso che proviene da tutti i suoi familiari.
Nota bene: il 19 luglio saranno trascorsi 23 anni dalla strage di via D’Amelio, quando, fatti letteralmente a pezzi, persero la vita Paolo Borsellino e i suoi uomini di scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Di nuovo il precedente: già 23 anni fa la famiglia rifiutò il rito di Stato; in particolare, la moglie di Paolo, la signora Agnese Borsellino, scelse una celebrazione privata a cui non furono invitati i politici, rei, a suo dire, di non aver saputo proteggere il marito.
Nota bene: la lotta della famiglia Borsellino, oltre alla moglie Agnese e ai figli, Lucia, Manfredi e Fiammetta, vede impegnato in prima fila anche suo fratello Salvatore, a cui si deve la nascita del movimento delle “Agende rosse”, dal colore dell’agenda di Paolo, che egli portava sempre con sé e che scomparve a seguito dell’attentato.
Ancora Manfredi: “Mia sorella (Lucia, ndr) ha parlato di antimafia di facciata e io quelle parole me le sono appese in ufficio, tanto le condivido, tanto mi sembrano arrivare dritte dalla voce di mio padre. Lei è la più figlia di Paolo Borsellino, è quella che ha nel sangue i suoi geni migliori”.
Nota bene: “Io penso che le parole di mia sorella dovrebbero aprire un dibattito, ma non tocca a me farlo. Quel che posso dire è che tutti noi fratelli, anche Fiammetta che appare più defilata ma segue tutto con grande attenzione, la pensiamo esattamente come Lucia”.
La nostra Redazione. 19 luglio, come ricordare Paolo Borsellino: con zero parate di facciata e almeno un colpo significativo messo a segno dell’antimafia. Se ogni giorno in cui si ricorda un cittadino onesto assassinato dalla mafia – che fosse un giudice, un poliziotto, un avvocato, un giornalista o un semplice passante – si arrestasse un mafioso, forse non avremmo più bisogno di parate e cerimonie.
Nota bene: pregasi il Governo di dare la giusta protezione a Nino di Matteo.