La svolta rosa ed europeista della Slovacchia

L’omicidio del giornalista Jan Kuciak nascondeva legami fra la criminalità organizzata e il partito dei democratici sociali “Smer”, una scandalosa connivenza che portò il Premier slovacco, Robert Fico, a dimettersi seduta stante.

In seguito al tragico evento, la candidatura allo scranno più alto della 45enne progressista Zuzana Caputova ha preso quota fino alla sua definitiva e ufficiale elezione.

Voglio una Slovacchia europea”: queste sono state le prime parole della Caputova, avvocatessa e nuovo Presidente della Slovacchia, che sfida non solo il dilagante sovranismo continentale, ma anche il radicato populismo del Gruppo Visegrad (il cosiddetto V4 comprendente, appunto, Slovacchia, Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca).

Primo Capo di Stato donna eletta liberamente nell’Europa centro-orientale, Zuzanna Caputova si è contraddistinta, a detta di tutti, per la cordialità, l’affidabilità e la sua capacità di evitare conflitti, tutte caratteristiche che hanno spinto il 58% degli aventi diritto a votare una personalità che cambiasse gli asset di una politica divenuta troppo autoritaria e totalitaristica.

Sono felice del risultato – ha dichiarato, ringraziando, da perfetta poliglotta, i suoi elettori in cinque lingue diverse – perché si vede che nella politica si può entrare con opinioni proprie e la fiducia si può conquistare anche senza linguaggio aggressivo e colpi bassi“.

Un colpo ai soprusi, invece, Zuzana Capitova l’ha inflitto dapprima contrastando imprenditori corrotti della discarica illegale di Pezinok, e, successivamente, battendosi per le minoranze lgbt. Insignita del Premio Goldman, Zuzana ha lottato strenuamente per le ingiustizie nel campo ecologista e in termini di migrazioni: “Ho dedicato tutta la vita ad aiutare i deboli, era sempre una lotta impari. Bisogna far tornare giustizia nella società e la fiducia nelle istituzioni statali. La compassione e l’amore per il prossimo sono i valori che rappresentano la base su cui unire il Paese