Amore e Guerra

Pensato prima dell’invasione russa dell’Ucraina, “WAR – La guerra desiderata” necessita di questa puntualizzazione, un disclaimer che aiuta lo spettatore a calarsi nelle atmosfere leggere di una commedia in cui si respira la freschezza del tempo pur offrendo materiale incandescente per il quale è difficile non scottarsi.

La guerra di Tom e Lea (Edoardo Leo e Miriam Leone) è combattuta fra Italia, Spagna e Francia, un conflitto che mina l’unità europea ma finisce per incrociare i destini dei due protagonisti con un esito privo di un perché, per il trionfo dell’Amore contro le derive neofasciste che sfociano in frustrazione e violenza, una finta virilità che il regista Gianni Zanasi, con gli sceneggiatori Lucio e Michele Pellegrini, trasformano in una pellicola fantapolitica che, però, aderisce perfettamente alla realtà evidenziandone i mali e le criticità.

I personaggi di Tom e Lea appaiono indefiniti, vittime della confusione bellica dei loro sentimenti, mentre il barista Mauro (Giuseppe Battiston) declama versi sovranistici con esplosiva nostalgia, reiterando in un atteggiamento aggressivo e sopra le righe.

Il caos imperante è rappresentato da quel bus sul quale i turisti si siedono contromano, quasi a percorrere contromano l’ordine immutabile delle cose,  un terremoto emozionale fronteggiato con un’attitudine infantile e disincantata, in un clima da stadio e in una quotidianità trascorsa nella più dissacrante follia.

Nonostante la precisazione iniziale, “WAR – La guerra desiderata” pecca già nel titolo, nell’impossibilità di arrivare alla compassione verso il prossimo per giungere ai più machiavellici fini, un obiettivo che, probabilmente, sarebbe stato meglio ghermire attraverso altre strade e trame più logiche.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.