
Lo piange la comunità accademica internazionale
Per il re o per la patria e Dalla città medievale all’unità dell’Europa: sono solo due dei classici in prosa lasciati in eredità dallo storico Rosario Villari. Scomparso a 92 anni nella sua casa di Cetona, nel senese, l’ex parlamentare del Partito Comunista italiano ha rivoluzionato la formazione scolastica della sua epoca pubblicando, con Edizioni Laterza, nel 1967, un manuale di tre volumi, vademecum della coscienza politica negli anni della contestazione giovanile.
L’orientamento marxista di Villari lo ha spinto, inevitabilmente, al centro della questione meridionale trattando, storiograficamente, temi inerenti al Regno di Napoli, individuando modelli di produzione e archetipi politici relativi alla società rurale antecedente all’Unità d’Italia.
Le collaborazioni con “Il Politecnico”, “Movimento operaio” e “Cronache meridionali” gli valgono mirabili menzioni nei salotti a carattere comunista, mentre il saggio Un sogno di libertà, edito da Mondadori nel 2012, riporta alla memoria le lotte di Masaniello già citato ne La rivolta antispagnola a Napoli, ominoso preludio delle recenti vicende catalane.
A piangere Villari, oggi, sono i membri dei Lincei e tutta la comunità accademica internazionale che, all’epoca, gli assegnò non solo le cattedre dell’Università di Firenze, Messina e della Sapienza di Roma, ma anche il ruolo di visiting professor al St. Anthony’s College di Oxford e all’Institute for Advanced Study di Princeton, a riprova dell’impatto culturale e sociale di un uomo la cui influenza continuerà ad esistere in ogni forma di comunità.