La nuova commedia in vernacolo della Compagnia Hurricane

Ma perché intitolarlo “I tre moschettieri” se i protagonisti sono quattro? Probabilmente perchè ad Alexandre Dumas, D’Artagnan stava un po’ sulle scatole. Eppure proprio intorno al più giovane spadaccino del regno ruoteranno gli intrighi avventurosi della nuova commedia in vernacolo della Compagnia Hurricane. Uno spadaccino sui generis, di origini pugliesi, in cerca di avventure piccanti, un coraggioso garzone che arriva a Parigi in un clima infuocato, lo charme transalpino che profuma di ammutinamento e alto tradimento.

Athos, Porthos e Aramis daranno vita a duelli rusticani per accaparrarsi le attenzioni di Milady, al grido di Una per tutti e tutti per una. Subdole macchinazioni altereranno i già labili equilibri di una Francia allo sbando, machiavellici complotti faranno da sfondo a certami cavallereschi in nome di ideali quali liberté, égalité, fraternité …i cio ma fè?

L’ambigua figura del Cardinale Richelieu, poi, farà divertire il pubblico in sala con gag e battute irriverenti da far perdere la testa a tutti, non solo alla povera Maria Antonietta.

Vincenzo Tondolo e Benedetta Tursi, grazie ad un team che fa del dilettantismo la sua professione, portano in scena l’ironia, la comicità e la spensieratezza dimenticate durante la pandemia, lo fanno con l’arguta semplicità che li contraddistingue, mescolando speranza e ottimismo, il cocktail perfetto per un teatro nel teatro, la trasposizione temporale di un classico letterario ubicato nella nostra terra, l’apolide cultura che si incastra, perfettamente, nelle espressioni dialettali , nelle dinamiche familiari e nelle tradizioni socio-culinarie delle nostre case.

E ai medici che consigliavano, con il bonus psicologo, di prendere una pastiglia, rispondono ricordando loro la presa della…Bastiglia!

La Compagnia Hurricane vi aspetta sabato 5,  domenica 6 e 27 marzo, presso l’Auditorium Mons. Di Donna (parrocchia SS. Sacramento)

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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.