A Marrakech, Marocco, il 10 e 11 dicembre 2018, l’Italia non c’è, la Santa Sede sì…
Alla conferenza intergovernativa per l’adozione del Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare (GCM) che si terrà a Marrakech, Marocco, il 10 e 11 dicembre 2018, la Santa Sede si unirà a molti altri governi del mondo per celebrare l’adozione di questo patto, il primo accordo internazionale sulla migrazione a livello complessivo.
Il GCM è frutto di due lunghi anni di lavoro, consultazioni e negoziati, rappresentando un esempio di multilateralismo – l’unico approccio che, a parere di molti, potrà far fronte ai grandi problemi che affliggono l’umanità.
Sin dall’inizio la Santa Sede è si è impegnata a mettere in pratica i dettami dell’approccio di Papa Francesco, espresso in modo semplice ed efficace con quattro verbi:
accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Il GCM è un accordo non vincolante. Non è una convenzione o un trattato. Esso si propone di suggerire azioni tese ad assicurare alcuni valori universali: salvare vite umane, prevenire il traffico e la tratta di esseri umani, fornire informazioni accurate, facilitare politiche di selezione giuste, ridurre le vulnerabilità nella migrazione, gestire in modo efficace i confini, investire nello sviluppo di competenze. Una lista di buone pratiche e proposte accompagna ogni obiettivo. Tra questi, si trovano iniziative come offrire educazione, aprire corridoi umanitari, accompagnare i migranti nei paesi di transito e promuovere l’incontro interculturale per favorire l’integrazione nei paesi d’arrivo.
La Santa Sede, pur manifestando la propria soddisfazione per il Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, esprime delle riserve e commenti riguardo ad alcuni riferimenti che contengono terminologia, princìpi e linee guida che non sono né parte del linguaggio concordato a livello internazionale, né in linea con la dottrina cattolica, come i riferimenti a documenti che suggeriscono il cosiddetto Pacchetto di servizi minimi iniziali, servizi sanitari legati alla salute sessuale e riproduttiva, incluso l’aborto, e l’agenda LGBT.
Nonostante questo, l’adozione del GCM, a Marrakech, è accolta con speranza. La Chiesa può fare molto nell’area vasta e complessa della mobilità umana, e si propone di farlo con un approccio integrale, spirituale e materiale, nell’accoglienza, protezione, promozione e integrazione dei migranti più vulnerabili.
Anche nei paesi che hanno scelto di non aderire al GCM, tra cui il nostro Bel Paese l’Italia, la Chiesa continuerà ad attuare i quattro verbi, suggerendo opzioni e prassi che possano aiutare a soddisfare i bisogni di quelli che sono appena arrivati, e di quanti, pur risiedendo da diverso tempo in un altro paese, sono in una condizione di vulnerabilità. L’obiettivo ultimo è lo sviluppo umano integrale di tutti: migranti, rifugiati, la loro comunità di origine e la comunità che li accoglie.
Una grande presa di posizione della Chiesa, quanto mai decisa e forte nei confronti di chi come Trump, Orbàn, Le Pen e Salvini stanno generando politiche disumane e razziste.
La presenza della Santa Sede, a Marrakesch in Marocco, segna per i cristiani un sussulto di umanità quanto mai necessario in questo periodo, dove si assiste inermi al crepuscolo di politiche democratiche e di spirito civile.
La Comunità Ecclesiale, con Papa Francesco, sta tagliando fuori ogni connivenza con il potere del sopruso sul più debole. Una decisione politica che sta suscitando anche all’interno della Chiesa stessa non poche ostilità.
Se il nazional-sovranismo cerca di conquistare il potere, con l’esercizio della forza e dell’illusione, i cristiani che formano la Chiesa – il Corpo di Cristo – non possono rimanere indifferenti. I cristiani hanno il compito di distinguersi per la loro integrità spirituale e morale, riconoscendo il proprio peccato e fare del perdono e della ri-accoglienza l’unico esercizio di potere.
Il video che spiega e illustra i quattro verbi buona visione e ottima accoglienza e ritorno ad essere umani a tutti: