Prima che vi facciate tatuare frasi imbarazzanti spacciate per il vostro nome…

Quello dei caratteri (o ideogrammi) cinesi, è uno dei sistemi di scrittura più antichi del mondo, e indubbiamente uno dei più affascinanti, tanto che in molti se ne fanno tatuare diversi sul proprio corpo, spesso non conoscendone affatto il significato o presumendo di conoscerlo, con risultati a volte esilaranti come quello della foto qui a lato, che più o meno significa “La madre di casa (Mia madre) riderà per sempre come un maiale”.

Parto proprio da questa frase bizzarra per provare a farvi capire come funziona questo sistema di scrittura, partendo dal carattere 母 che si pronuncia mǔ. Quell’accento curvo che vedete sulla u, indica il tono con cui va pronunciata la parola, precisamente il terzo tono, un incubo per tutti gli studenti di cinese, visto che basta pronunciarlo male per dire tutt’altro. Di solito, quando scrivo in pin-yin (il sistema di translitterazione in lettere latine dei caratteri cinesi) non riporto il tono, ma visto che questa volta i caratteri sono l’argomento principale dell’articolo, mi sembra giusto farlo, anche se per ovvie ragioni non starò qui a cercare di farvi capire come vanno pronunciati, ma cercherò di spiegarvi le origini di questi caratteri e perché si scrivono così, tenendo presente che un articolo piuttosto breve non può certo essere una lezione esaustiva sul tema.

Innanzitutto, bisogna precisare che i caratteri attuali sono stilizzazioni di antichi pittogrammi, che erano disegni simili ai geroglifici egizi, e che quindi rappresentavano più o meno concretamente il concetto che si voleva esprimere con quel disegno.

Per esempio, il carattere 母 in origine era il disegno di una donna il cui seno prosperoso, simbolo di allattamento e quindi di maternità, era evidente. Di questo pittogramma è rimasto solo l’elemento principale, e cioè i due seni, ormai squadrati, ma con ancora due tratti a ricordarci i capezzoli.

Questo carattere però è piuttosto formale, si può tradurre come “madre”, mentre il più informale e familiare “mamma”, si scrive 妈 e si pronuncia mā, molto simile quindi al nostro “ma’, mamma”.

Questo è un ideogramma composto dall’unione di due caratteri, quello a sinistra significa “donna”, quello a destra “cavallo”. Ora qualcuno si chiederà cosa c’entra il cavallo con la mamma, e la risposta è che mentre il carattere a sinistra ci aiuta a comprendere il significato di una parola (la mamma è una donna, la donna per antonomasia nell’ immaginario del mondo antico e non solo), e ha quindi valore semantico, quello di destra, che ha valore fonetico, ci suggerisce la pronuncia, visto che马 va letto mǎ.

Come forse avrete notato, “mamma” e “cavallo” si pronunciano quasi allo stesso modo, ma è quel “quasi” a fare la differenza, visto che il tono è diverso, e quindi se chiami tua madre con il tono sbagliato, rischi di chiamarla “cavallo”.

Non sempre però la parte di destra ci suggerisce la pronuncia; a volte cambia solo il tono, a volte la pronuncia è simile, altre volte non c’entra nulla, e quest’ultimo è il caso del carattere 好 (hǎo), che significa “buono, bene”. Il carattere a sinistra è sempre quello di donna  (女nǚ), mentre quello di destra è 子 (zǐ) che vuol dire “bambino, figlio”, e da qui possiamo dedurre che per i cinesi il bene è rappresentato da una donna che sta insieme al suo bambino.

Il radicale (i radicali sono caratteri base che vengono spesso utilizzati per la scrittura di altri caratteri complessi, e sono indispensabili per cercare i caratteri sul dizionario) 女,è uno dei più presenti negli ideogrammi cinesi, spesso con una connotazione piuttosto maschilista, ma la cosa non deve stupire, visto che si tratta di un sistema di scrittura dalla storia millenaria, con caratteri elaborati in  periodi in cui la società cinese era fortemente patriarcale, un po’ come la nostra, quindi spero che questo non sia un ridicolo pretesto per definire la società cinese come “sessista”, in tempi moderni non lo è più di quella italiana.

Per esempio, il carattere 安 (ān) è composto dal carattere donna (ormai siete in grado di riconoscerlo), e la parte superiore che ricorda un tetto stilizzato. Questo ideogramma significa “pace”, “tranquillità”, ergo una donna che sta in casa è sinonimo di tranquillità, al che viene da chiedersi cosa potrebbe succedere quando le rappresentanti del gentil sesso escono di casa.

Il radicale 女 è presente anche nel carattere 嫁 jià che significa sposarsi, ma solo quando il soggetto è una donna, mentre per gli uomini si usa il verbo 娶 qǔ .

In quest’ultimo caso, la composizione del carattere va dall’alto in basso. Il radicale in basso ormai lo conoscete, quello in alto significa “prendere”, quindi da ciò si deduce che un uomo che si sposa “prende” una donna, e la parte alta del carattere, oltre a suggerirne il significato,gli dà anche la pronuncia (取e娶 si pronunciano allo stesso modo, cioè qǔ) .

Per quanto riguarda invece il carattere “sposarsi” utilizzato quando il soggetto è femminile, abbiamo a sinistra il radicale donna, mentre a destra abbiamo il carattere casa, che suggerisce anche la pronuncia, che differisce solo per il tono (家jiā). La donna che si sposa quindi, è una donna che entra in casa, come il nostrano “angelo del focolare”.

Soffermiamoci adesso proprio sul caratter “casa” (家jiā) ; in alto, forse avrete riconosciuto il radicale tetto, mentre sotto il tetto c’è un maiale 豕 (shǐ), simbolo di ricchezza, visto che anche per i cinesi, del maiale non si butta via niente, e più se ne posseggono più si ha una vita agiata.

Questo carattere però, come tanti altri, è caduto in disuso o ha perso in parte il suo significato originario, ed è stato sostituito da un altro carattere (al giorno d’oggi, maiale si scrive 猪 e si pronuncia “zhū”).

Un’altra cosa importante da dire sui caratteri, e che a partire dal 1956 sono stati in larga parte semplificati per renderne più agevole la scrittura. Questa riforma della scrittura dei caratteri fu voluta da Mao Zedong, con l’obiettivo di diffondere l’alfabetizzazione della popolazione, allora in larghissima parte analfabeta.

Un esempio di questo processo di semplificazione ci viene dal carattere 爱 (ài) che attualmente si scrive così, ma in origine si scriveva 愛 (la pronuncia non cambia con la semplificazione). In questo caso la differenza è quasi impercettibile, e qualcuno sostiene che il carattere sia stato imbruttito, visto che la differenza principale sta nell’eliminazione del radicale “cuore” 心xīn, che dovrebbe essere l’elemento principale di un ideogramma che significa “amore, amare” (spesso sostantivi e verbi coincidono con lo stesso carattere, e in ogni caso i sostantivi non si declinano, e i verbi non si coniugano).

A proposito, “Ti amo” si dice “我爱你 (wǒ ài nǐ), letteralmente “Io amo te”.

Un carattere in cui la semplificazione è ben più evidente, è 卫 wèi, che significa “difendere”, “protezione”. L’ideogramma semplificato è facile da scrivere forse persino per un non sinologo, mentre lo stesso non si può certo dire per la sua versione tradizionale, cioè 衛.

A questo punto la domanda sorge spontanea (cit.): “Ma come si scrivono i caratteri?”.

I caratteri cinesi non sono disegni liberi, ma i tratti, cioè i punti e le linee che compongono gli ideogrammi, sono tracciati secondo un ordine preciso, come potete vedere nell’immagine che raffigura l’ordine dei tratti nella scrittura del carattere “男nán (uomo)”, ideogramma composto dai radicali 田tián (campo),e 力lì (forza), quindi l’uomo è “la forza lavoro nei campi”.

A questo punto avrete capito che non esiste un alfabeto cinese, i caratteri non sono lettere, ma ideogrammi che esprimono un concetto, quindi è inutile che chiedate al tatuatore di turno di tatuarvi il vostro nome in cinese cercando di riconoscere le diverse “lettere”.

I nomi stranieri vengono trascritti con caratteri il cui suono ricorda quello della lingua originale, spesso tralasciandone il significato (per esempio, Marco Polo si scrive “马可·波罗 Make·Boluo, con un punto a separare nome e cognome), perciò non credete a chi vi parla di improbabili alfabeti cinesi, e non fatevi tatuare frasi senza senso e spesso imbarazzanti.